Approfondimenti

“Sono la voce del bambino che non ce l’ha fatta”

Come funzionano i soccorsi in mare, come agiscono le ong sempre sotto accusa in questo periodo, cosa significa avvicinarsi a un gommone in difficoltà, vedere i corpi di chi non ce l’ha fatta, cercare di salvare più gente possibile? Dai nostri studi è passato Gennaro Giudetti, volontario a bordo della nave Sea Watch, arrivato a Milano ospite del Naga. Questa è la sua testimonianza.

“La mattina del 6 novembre, intorno alle 7.30, siamo stati chiamati da Emrcc, che è la centrale di controllo di Roma che coordina tutti i salvataggi nel Mediterraneo. Ci hanno detto: ‘Avete un gommone carico di migranti a un’ora/un’ora e mezza di distanza da voi. Siete autorizzati a fare il salvataggio. Andatelo a recuperare’. E’ importante sapere che tutti i salvataggi passano dalla centrale di Roma, non è che una ong prende e va a recuperare persone in mare in maniera anarchica, di sua iniziativa. E ci hanno anche detto: ‘Coordinatevi con un elicottero della Marina militare italiana e con una nave del programma europeo Unav for Med’. Quindi ci siamo coordinati, noi siamo partiti con due gommoni di salvataggio, io ero a bordo del primo perché come mediatore culturale dovevo fare da tramite tra i migranti e i soccorritori. Arrivati nel punto esatto, abbiamo visto i primi corpi galleggiare e ci siamo detti: ‘Non pensiamo più ai morti, perché purtroppo ormai è tardi, pensiamo ai vivi che ancora gridavano aiuto in maniera disperata in acqua’. Solo che tra questi cadaveri c’era anche il corpo di un bambino piccolino. Allora ci siamo fermati un attimo, abbiamo raccolto il corpo del bambino, solo per dare un po’ di dignità a quel corpo troppo piccolo. In acqua erano veramente tanti, tanti, tanti. Ne abbiamo salvati 59. Però c’era un problema: quando siamo arrivati abbiamo visto che il gommone rotto era attaccato con delle corde alla nave della guardia costiera libica. Chi si intende di salvataggi sa benissimo che un gommone così fragile e vulnerabile non lo puoi attaccare con delle corde a una nave così grande, e per di più con un mare agitato”.

Quindi nel frattempo era arrivata anche la guardia costiera libica. Chiamata da chi?

“Da nessuno. Loro hanno intercettato le comunicazioni via radio e si sono diretti verso il gommone senza coordinarsi con nessuno di noi, né con la guardia costiera italiana, né con i francesi. E nemmeno con la Marina militare italiana a Roma che dovrebbe coordinarsi con le autorità libiche. Non so cosa sia andato storto”.

E’ come se la guardia costiera libica li avesse inseguiti lungo il loro tragitto per raggiungerli al momento del salvataggio.

“Sì, sì, infatti i libici sono arrivati prima di noi perché hanno una nave più veloce, hanno sentito via radio quello che noi stavamo per fare, e ci hanno anticipati”.

Ma era una nave adatta per un soccorso di quel tipo?

“La nave libica aveva  a bordo un gommone adatto per quel tipo di salvataggio, ma non l’hanno utilizzato. Hanno fatto un salvataggio molto discutibile. Per esempio, non sono scesi in acqua, ma lanciavano dei giubbotti dall’alto ma non a tutti; con delle corde hanno attraccato il gommone rischiando di danneggiarlo, come infatti è successo. In più quando noi siamo arrivati ci hanno gridato contro, allontanato, scacciato, ci hanno tirato addosso delle patate e delle ciambelle di salvataggio per impedirci di avvicinarci”.

Perché loro volevano prendere i migranti per riportarli in Libia.

“E’ così. Ma fintanto che riescono a salvarli tutti e li riportano in Libia non è un problema. Il problema è che non hanno salvato le persone che stavano annegando. Noi invece ci siamo occupati di quelli. C’erano migranti che cercavano di risalire sulla nave, scalandola, aggrappandosi a delle corde, pur di non morire affogati”.

Chi governa i salvataggi nelle acque al largo della Libia? E’ l’Italia? I libici intervengono senza autorizzazione?

“Nelle acque internazionali la centrale operativa di Roma coordina il salvataggio. Ma quando tu li recuperi devi portarli in un porto sicuro, ovvero tornare in Italia. Quindi loro non sarebbero autorizzati a tornare in Libia con le persone recuperate a bordo. Purtroppo però è una situazione poco chiara anche perché la Libia non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra, quindi per loro le acque internazionali non esistono. In maniera arbitraria dicono: ‘Trenta miglia, sono acque nostre’, ma non è corretto”.

Però in questo momento la guardia costiera libica è finanziata dall’Unione europea per mettere in atto gli accordi sottoscritti con il governo italiano. Soldi europei, gestiti dal governo italiano, che arrivano anche alla guardia costiera libica sotto forma di imbarcazioni, addestramento delle truppe, corsi di formazione. Quindi, chi gestisce i salvataggi e come deve comportarsi, con quali criteri, con quali ordini e con quali competenze, è un punto molto importante.

“E’ questo l’assurdo. Le navi libiche sono le nostre. Noi italiani abbiamo pagato quelle navi con le nostre tasse. Io infatti, da cittadino italiano, volontario, sto denunciando quello che ho visto: i libici hanno picchiato i migranti, non li hanno salvati, o li hanno lasciati morire. E tutto è avvenuto davanti a una nave francese del programma europeo e a un elicottero italiano che più volte ha detto (ci sono le registrazioni): ‘Stop, fermate i motori. C’è un uomo sul vostro lato che sta per morire. Fermatevi. Coordinatevi con Sea Watch!’ Loro non si sono mai preoccupati. Anzi, hanno accelerato in direzione Tripoli e non si sono più fermati”.

Ma sempre con il gommone dei migranti attaccato con le corde?

“No, a quel punto il gommone si era già staccato. Loro sono partiti quando hanno visto che l’uomo era disperatamente attaccato a una corda, sul lato della nave, mentre cercava di raggiungere il nostro gommone. Non sapendo nuotare si è attaccato alla stessa corda della nave libica. Al che la nave libica ha accelerato di botto e non si è più fermata. E noi abbiamo perso i contatti con l’uomo e con la guardia costiera libica”.

Con quale criterio, se c’è, avete salvato i sopravvissuti dall’acqua?

“Anche questo è assurdo. Perché devo essere io a decidere chi salvare o chi no, in base a dove arriva la mia mano, se arrivo in tempo, se non mi scivola. La vita di queste persone non può essere appesa alla mia prontezza, alla mia rapidità, a quanto è lungo il mio braccio. Nel 2017 la gente deve essere libera di scegliere dove andare a vivere, come facciamo tutti noi. Tocca dare una risposta a queste persone, soprattutto con i soldi nostri”.

Quelle persone che avete salvato adesso dove sono?

“Sono in Italia. Siamo arrivati a Pozzallo e poi sono stati smistati in vari centri di accoglienza del nostro paese”.

Dicevi che sei un mediatore culturale. Sei riuscito a parlare con loro durante e dopo il salvataggio?

“Io a bordo ho dovuto lavorare più che altro sugli aspetti tecnici e logistici, soprattutto per lo sbarco a Pozzallo, per coordinarci con Roma e con le sedi di Sea Watch in Italia e in Germania. Gli unici scambi che ho avuto con i sopravvissuti riguardavano le violenze, le torture subite in Libia, che ormai non sono una novità nemmeno per noi. Purtroppo siamo assuefatti, non ci impressiona più che dei ragazzi vengano venduti come schiavi. Muoiono 50 persone e non ci facciamo più caso. Sono numeri. Cerchiamo invece di trasformare questi numeri in nomi, in persone a cui vogliamo bene, per le quali vogliamo fare qualcosa. E si può fare qualcosa”.

Era la prima volta che ti imbarcavi con Sea Watch?

“No, era il secondo. Lo avevo già fatto a giugno, prendendomi tutte le ferie, perché per me è tutto volontariato. Ho passato 18 giorni nel mar Mediterraneo”.

Hai visto delle differenze tra la tua prima e seconda esperienza? Perché nel frattempo sono stati firmati gli accordi Italia-Libia e si è scatenato il dibattito pubblico contro le Ong.

“Sì, le differenze ci sono. Nei salvataggi di giugno a cui ho partecipato, le autorità libiche presenti non hanno mai interferito, guardavano, controllavano, mentre noi recuperavamo le persone”. Oggi invece le Ong sono diventate il problema. Chi salva vite umane è un problema”.

Perché hai deciso di partire?

“Perché volevo dare una risposta in prima persona, vedere con i miei occhi quello che stava succedendo e denunciare, perché non mi fido sempre di quello che vedo in tv o leggo sui giornali. E poi, quel mare ha fatto la nostra storia, non deve essere un posto dove la gente ha paura e muore. Non accetto questo sistema e ho voluto dare il mio contributo per provare a cambiarlo”.

E ti ha cambiato un po’ questa esperienza?

“Sicuramente. E infatti cerco di diffondere la voce del bambino che non ce l’ha fatta, della mamma che si è salvata, di tutte le persone che sono scomparse che stanno nei fondali del mar Mediterraneo. Di portare quelle voci a Bruxelles e al parlamento europeo. Quindi invito tutti a firmare la lettera aperta che contiene una petizione perché io possa andare a parlare al parlamento europeo”.

Podcast: https://www.radiopopolare.it/podcast/agitpop-di-mer-2911/

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 21/01 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 21-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 21/01 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 21-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 20/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 20-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 21/01/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 22/01/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 21-01-2025

  • PlayStop

    Avenida Brasil di martedì 21/01/2025

    La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995! Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani... Ogni martedì dalle 23.00 alle 24.00, a cura di Monica Paes. Potrete anche, come sempre, scaricare i podcast e sentirla quando e quante volte volete... https://www.facebook.com/groups/avenidabrasil.radio/ https://www.facebook.com/avenidabrasil.radio/

    Avenida Brasil - 21-01-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 21/01/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 21-01-2025

  • PlayStop

    Delorean di martedì 21/01/2025

    Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

    Delorean - 21-01-2025

  • PlayStop

    Tutti in classe di martedì 21/01/2025

    a cura di Alex Corlazzoli e Lara Pipitone

    Tutti in classe - 21-01-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 21/01/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 21-01-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 21/01/2025

    1) La tregua a Gaza, la guerra in Cisgiordania. Netanyahu annuncia una vasta operazione militare a Jenin “e non finisce qui”, dice il premier israeliano. L’operazione arriva poche ore dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca. (Ahamd Odeh da Jenin, Chiara Cruciati - Il Manifesto) 2) L’era Trump è iniziata. Il nuovo presidente statunitense firma una raffica di ordini esecutivi e dichiara lo stato di emergenza al confine sud. Le conseguenze sono già evidenti: lo zar di confine annuncia che i raid contro i migranti partono oggi. (Roberto Festa) 3) I giornali cinesi reagiscono al discorso inaugurale di Trump. Pechino apprezza i torni moderati nei suoi confronti e la decisione su TikTok. (Gabriele Battaglia) 4) Leonard Peltier torna a casa. Joe Biden commuta la pena dell’attivista per i diritti dei nativi americani in carcere da mezzo secolo. (Claudio Agostoni) 5) Spagna, torna il caso Juana Rivas, che ha scatenato un conflitto di competenza tra la magistratura italiana e quella spagnola. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Denis Law, il re del grande Manchester United (Luca Parena)

    Esteri - 21-01-2025

  • PlayStop

    Nooo, prendi me!

    quando ritroviamo la preziosa consulenza legale di Norma De Cavillis, chiamiamo il popolo di Poveri ma Belli alla prenotazione di un posto in auditorium per la presentazione del fumetto Piantagioni, la sewra del 23 gennaio e infine dedichiamo un microfono aperto a discriminare l'ascolto attraverso il collocamento sopra o sotto la soglia dello stipendio lordo medio appena comunicato dall'Istat

    Poveri ma belli - 21-01-2025

  • PlayStop

    Rider derubato durante una consegna. Le piattaforme ignorano il problema in aumento

    Picchiato e derubato durante una consegna. Un rider di 57 anni, originario del Pakistan, è stato aggredito con calci, pugni e derubato del cellulare in via Preneste, zona San Siro a Milano. Il rider aspettava il cliente per completare una consegna di cibo a domicilio. Gli aggressori, un uomo e una donna seconda la ricostruzione della polizia, si sono allontanati. È il secondo caso in pochi giorni di aggressioni subite a Milano da rider. Un lavoro che presenta dei fattori di rischio su cui le piattaforme digitali non sono interessate a intervenire. L'intervista ad Andrea Bacchin, della Nidil Cgil di Milano.

    Clip - 21-01-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di martedì 21/01/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 21-01-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 21/01/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 21-01-2025

  • PlayStop

    Playground di martedì 21/01/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 21-01-2025

  • PlayStop

    M¥SS KETA torna a Radio Pop

    Oggi a Jack, Matteo Villaci e Piergiorgio Pardo hanno intervistato l'iconica Myss Keta. La cantante ha presentato “.”, il suo terzo album, uscito il 17 gennaio. La Myss ha spiegato come questo disco rappresenti proprio un Punto di svolta nella sua cariera e nella sua vita. Un album intenso, essenziale e diretto, che affronta temi attuali con ironia e profondità.

    Clip - 21-01-2025

Adesso in diretta