Siamo in un territorio sconosciuto. Nessuno sa quello che succederà e gli stessi protagonisti di questa storia non sanno esattamente che cosa fare. Fino a oggi Madrid e Barcellona hanno giocato a scacchi, attendendo e provando a prevedere la mossa della controparte. Continueranno a farlo, ma in una dimensione nuova e ancora più pericolosa.
Il governo spagnolo deve rispettare la Costituzione e seguire quello che chiede la maggioranza degli spagnoli: ristabilire la legalità in Catalogna. Il governo catalano deve provare a mettere in piedi la nuova repubblica, come proclamato dal parlamento di Barcellona. Ma nella pratica è tutto molto difficile, quasi impossibile.
Lo stato spagnolo ha una presenza minima in Catalogna, la resistenza passiva al commissariamento sarà profonda, impossibile (speriamo) l’uso della violenza.
Allo stesso modo costruire uno Stato che nessuno riconosce metterà i separstisti catalani di fronte alla cruda realtà.
Ci saranno settimane e mesi di limbo. Con due sistemi paralleli. I cittadini catalani dovranno scegliere. A un certo punto Madrid e Barcellona dovranno parlarsi.
Non sappiamo se la Spagna accetterà di perdere la Catalogna, ma la separazione c’è già stata. Non c’è ritorno, anche se la tempistica è sconosciuta.
Hanno perso tutti. Madrid, Barcellona e anche Bruxelles, che ha fatto finta di non vedere un problema gigantesco, che va oltre la legalità costituzionale spagnola.