La criminalità nelle strade di Baltimora con Homicide, The Corner e il capolavoro The Wire; le esperienze dei soldati durante la seconda guerra in Iraq con Generation Kill; la faticosa rinascita di New Orleans dopo Katrina con Treme; la questione delle abitazioni di Yonkers in Show Me a Hero. La collaborazione tra l’ex giornalista, oggi scrittore, sceneggiatore e attivista David Simon e la rete americana via cavo HBO, oltre a essere fruttuosa, è di quelle che hanno inciso profondamente nella storia della tv, inventando un modo nuovo, e appassionante, di unire fiction e inchiesta, tra il romanzo e il documentario.
Con The Deuce, che parte su Sky Atlantic il 24 ottobre, Simon, insieme al fidato collaboratore George Pelecanos, noto scrittore di romanzi crime, torna a indagare una città, nello specifico New York, però nel passato, per la precisione i primi anni Settanta. Quando Times Square non era il centro nevralgico e sfavillante del turismo e del musical che è oggi, ma un crogiuolo pericoloso di criminalità, spaccio di droga, scommesse clandestine e prostituzione.
Tra i protagonisti ci sono Maggie Gyllenhaal che interpreta la prostituta Candy, e James Franco (che dirige anche due episodi), nel doppio ruolo dei gemelli italoamericani Vincent e Frankie Martino: il primo cerca di sbarcare il lunario come barista, il secondo sperpera i soldi con le scommesse, entrambi finiranno invischiati con la mafia.
La ricostruzione d’epoca è straordinaria, perché curata nel dettaglio e filmata con immediatezza da “cinema del reale”, mentre la trama promette di raccontare lo sviluppo, la legalizzazione e le implicazioni dell’industria pornografica: tra atmosfere che ricordano il primo Scorsese, la storia sta soprattutto attaccata ai suoi personaggi tracciando un quadro composito e ricchissimo, e soprattutto molto umano. Indubbiamente una delle migliori nuove serie dell’anno, per chi ama Simon da sempre, e anche per tutti gli altri.