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“Case fatte male e senza controlli”

E’ stato un terremoto forte, ma non fortissimo. Eppure a Ischia ha provocato morti e feriti sotto le macerie delle case crollate. A essere colpito è stato soprattutto il comune di Casamicciola.

La scossa – di magnitudo 4 – è avvenuta lunedì sera alle 21. Panico nella popolazione dell’isola e nei tanti turisti che si trovano a Ischia. Tutti hanno passato la notte in strada, mentre altre scosse di assestamento continuavano a scuotere l’isola.  Oltre mille visitatori hanno lasciato Ischia con uno speciale traghetto fatto arrivare nella notte.

Ma perché un sisma non così forte ha causato tutti quei danni? Secondo il geologo ed ex presidente dell’Ordine dei geologi della Campania Francesco Russo non ci sono dubbi: la colpa è delle case e delle strutture costruite con materiali scadenti. La sua denuncia – ai nostri microfoni – va oltre: il sistema dei controlli non funziona.

 

russo

 

Professor Russo perché quelle case sono crollate?

Bisognerebbe mettere l’accento sul problema del costruito. Il terremoto in sé non uccide, sono le costruzioni che uccidono. Bisogna fare i conti con le strutture, a cominciare da quelle abusive.

Ma le verifiche sulle case vengono fatte…

Oggi si parla di una verifica sui materiali da parte del Genio civile. Ma io chiedo, a voi, ai media e alle istituzioni: quanto questo sistema funziona realmente? E quanto c’è di falso nei progetti e sulla verifica dei materiali di costruzione? Ci sono davvero questi controlli?

Secondo lei ci sono o no?

Secondo me è un sistema che fa acqua da tutte le parti.

Il terremoto non ha avuto una magnitudo devastante

E’ vero che bisogna fare i conti con il fenomeno della amplificazione: ci sono zone che amplificano la potenza della scossa e altre che la attutiscono. Però nel caso di specie, e in particolare delle palazzine crollate a Casamicciola, bisognerebbe verificare come siano state costruite quelle strutture e quali materiali siano stati usati.

Vuol dire che non sarebbero dovute crollare?

Quella stessa costruzione, se fatta con le dovute prescrizioni e quindi a regola d’arte, io non credo sarebbe crollata.

Ma chi li deve fare questi controlli?

Si comincia dalla progettazione, poi c’è l’impresa, quindi la messa in opera e il controllo da parte della direzione dei lavori sui materiali impiegati. In tutto questo sistema, che funziona in teoria, ci sono in realtà delle falle. Molto spesso quello che è il controllo dei materiali è solo ed esclusivamente un aspetto burocratico e non reale.

Ci fa un esempio concreto?

Ad esempio sul calcestruzzo. Dovrebbe essere il direttore dei lavori che andando sul posto al momento del getto dovrebbe controllare che il materiale impiegato sia idoneo rispetto al progetto.

E non viene fatto?

Che mi risulti – e sottolineo che mi risulti – tutto questo di fatto non avviene. Il deposito al Genio civile sulla bontà dei materiali è in realtà una procedure solo burocratica, come ho già detto, non un effettivo controllo. E allora su questo noi dobbiamo andare a verificare, con questa realtà dobbiamo fare i conti.

 

  • Autore articolo
    Alessandro Principe
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    Ha preso il via in questi giorni un progetto espositivo articolato in dodici episodi nella vetrina di BUILDING in via Monte di Pietà a Milano. "Private Atlas", di Chiara Dynys, è un progetto dal taglio antologico a cura di Alessandro Castiglioni. Per la prima volta BUILDINGBOX dedica una mostra monografica della durata di un anno (dal 15 gennaio 2025 al 6 gennaio 2026) a un’unica artista, Chiara Dynys, proponendo, appunto, dodici diversi allestimenti pensati appositamente per lo spazio espositivo. Tiziana Ricci ha intervistato l'artista.

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