“Bella e fiera”, un titolo scherzoso quanto affettuoso per indicare due caratteristiche della Fiera di Milano, istituzione che ha seguito passo a passo le vicende storiche e politiche del Belpaese per un secolo e mezzo, talvolta anticipandole, talvolta subendole.
In scena al Piccolo Teatro Grassi, coproduttore insieme ad altri partner milanesi, lo spettacolo è un affresco corale e movimentato della Fiera di Milano, vista dal basso (con gli occhi delle famiglie italiane che venivano a visitarla anche da lontano) e dall’alto (con lo sguardo dei dirigenti e degli architetti avvicendatisi nei decenni).
Abbiamo intervistato Laura Curino, che ci ha raccontato con quanto stupore e curiosità abbia scoperto, nel lungo lavoro di ricerca che precede ogni suo nuovo spettacolo di teatro di narrazione, come la Fiera abbia tenuto a battesimo molte innovazioni tecnologiche mondiali, come il Fascismo avesse addirittura cambiato il vocabolario dell’imprenditoria, “italianizzandolo” in modo ridicolo, come le piccole ma geniali aziende italiane sapessero tenere testa ai colossi produttivi americani.
In scena, i quadri storici si alternano velocemente, grazie a una scenografia quasi “industriale”, con pannelli multifunzionali che viaggiano su binari sospesi e continui cambi di costumi e di luce.
Un’epopea laica del lavoro, con le inevitabili luci ed ombre, che racconta una Milano e un’Italia che pensavamo di conoscere da vicino e che invece riesce ancora a soprenderci.
Ascolta l’intervista a Laura Curino