Torna a Milano per Aperitivo in Concerto il celebre citarrista statunitense Marc Ribot.
Musicista rigoroso e al tempo stesso appassionato sperimentatore, Ribot ha collezionato nei decenni collaborazioni illustri con i grandissimi del suo tempo, da John Zorn a Ornette Coleman, da Tom Waits a Elvis Costello.
Lo abbiamo intervistato a Cult e ci ha raccontato del suo rapporto di odio/amore con i primi episodi del Philly sound, tramutatosi in seguito in un trampolino da cui spiccare il volo per una carriera travolgente.
Le grandi collaborazioni, ci ha detto, gli sono ovviamente servite a crescere ma anche a scoprire nuove passioni e direzioni, sempre frutto di “affinità elettive” con gli artisti che hanno incrociato il suo percorso.
Il sodalizio con Mary Halvorson, la chitarrista che lo accompagna in questo ultimo progetto, è nato da conoscenze comuni e dalla reciproca ammirazione, determinando un ulteriore apporto di originalità a questo nuovo “act” dal vivo di Ribot, con due chitarre sul palco.
L’aggiunta di tre archi (“Sono solo 3, perché non posso permettermene 12!” ci ha detto Marc Ribot scherzando, ma non troppo) si spiega con il desiderio di recuperare il Philly sound autentico, rispettandone gli arrangiamenti originali per poi rivisitarlo e “tradirlo” affettuosamente.
Per quanto nei suoi progetti più recenti si avvertano influenze multiculturali e pur essendo un musicista ebreo newyorkese, Ribot ci ha rivelato senza peli sulla lingua e con il solito humour che “Non gliene frega un c…” della musica klezmer!
Ascolta l’intervista a Marc Ribot