E’ sempre più un centrosinistra moderato. Come quello di governo, diverso da quello che si allarga a sinistra. Ogni giorno il progetto da aspirante candidato sindaco di Milano di Giuseppe Sala si precisa, a iniziare dalla frase del commissario unico a Expo 2015: “io non sono Pisapia”.
E’ ormai chiara la strategia di avvicinamento del manager all’annuncio ufficiale: delineare un quadro politico e anche iniziare a far conoscere le priorità di Milano città metropolitana. Alla fondazione Ambrosianeum, una settimana fa, Sala ha spiegato che trasporti e housing sociale sono tra le sue priorità. Il post-Expo e i suoi lasciti materiali e immateriali sono, ovviamente, parte del futuro della città, che l’arrivo di ieri del presidente del consiglio ha rafforzato, anche se Renzi al Piccolo Teatro ha scherzato e ha solo citato affettuosamente “Beppe” in un paio di passaggi, uno per Expo e uno sul governo delle città.
In giornata ci sarebbe stato pure un incontro tra i due alla presenza del ministro Maurizio Martina. Il patto Renzi-Pisapia sulle primarie per ora dunque tiene.
Sala ha fatto anche sapere che si è incontrato con il capogruppo alla Camera di Area Popolare Maurizio Lupi, Ncd di stretta osservanza ciellina, ex ministro ai lavori pubblici del governo Renzi, nonché ex-assessore all’urbanistica di Milano con sindaco Gabriele Albertini. Al Piccolo, ieri, erano presenti alcuni esponenti locali dell’Ncd aderenti a Comunione e Liberazione, e non solo per doveri istituzionali. L’ipotesi, quindi, di liste civiche alleate con il centrosinistra che peschino nell’area del centrodestra al governo con Renzi è sempre più vicina.
Un ulteriore problema per la sinistra che ha governato Palazzo Marino con il sindaco Giuliano Pisapia. Rifondazione Comunista si è già tirata fuori, Sinistra Italiana, nata da Sel e da una parte dei fuoriusciti dal Pd, è messa a dura prova dalla candidatura Sala e da queste alleanze.
Le primarie rimangono quindi in calendario per il 7 febbraio, dopo l’intervento pubblico di Giuliano Pisapia, ma stanno assumendo un altro significato. Non è detto, quindi, che lo scenario non cambi ancora.