Cani o gatti? Banali. Tartarughine o pesciolini? Non sono più di moda. Criceti? Furetti? Niente di tutto ciò: i genovesi preferiscono i cinghiali. Gli ungulati frequentano la città da anni, scendendo dalle colline ed entrando, per esempio, dal parco urbano di Genova. La loro presenza è sempre più accettata, tanto che alcuni gruppi di cittadini li hanno davvero adottati, e fanno trovare loro cibo tutte le sere.
Non tutti sono entusiasti di questa presenza, però: i cinghiali sono considerati aggressivi, sono grezzi, fanno un po’ paura, rovistano spesso nella spazzatura. A guardare bene, però, questa situazione è pericolosa soprattutto per l’animale : perdendo il timore per l’uomo i cinghiali diventano facilmente vittime dei cacciatori.
“Noi continuiamo a invitare tutta la popolazione che ama i cinghiali a non nutrirli, e soprattutto a non nutrirli in città: non solo è vietato, ma è rischioso per gli animali stessi, che vengono abbattuti”. Racconta Daniela Filippi, responsabile LAV di Genova. Per far fronte a questa situazione le amministrazioni usano un solo strumento: “Vengono organizzate battute di caccia straordinarie, anche al di fuori dai periodi di caccia, e quindi questi animali vengono eliminati”. In questo modo non si affronta però il problema alla radice, e la stessa situazione si ripresenta l’anno dopo.
“Si dovrebbero chiudere i varchi della città: per esempio i buchi nelle vecchie mura, anche solo con delle reti. Va gestita meglio la raccolta di immondizia, per evitare che i cinghiali ci si possano avvicinare. Ma, soprattutto, non bisogna avvicinarli: il modo migliore per tutelare i cinghiali e gli altri animali selvatici è lasciare che restino nel loro ambiente naturale”.
Qui l’intervista integrale a Daniela Filippi, dalla puntata di Periferie del 1 ottobre