Una protesta per chiedere il rinnovo del contratto collettivo scaduto da circa due anni.
Oggi c’è stato lo sciopero indetto dai sindacati italiani per supermercati e negozi, ma è difficile dire quanti addetti si siano fermati. Le organizzazioni dei lavoratori parlano di una percentuale intorno al 70%, mentre Federdistribuzione – che riunisce imprese del settore – sostiene che non si sia andati oltre il 10.
“Ovviamente cercano di minimizzare – ci dice Pierangelo Raineri, segretario generale della Cisl di categoria. – L’adesione è stata molto forte, alcuni negozi addirittura non hanno aperto. Naturalmente il nostro obiettivo non è chiuderli, ma rinnovare il contratto. Le parole non bastavano più, serviva un’azione concreta come questa, anche per informare i clienti. La mobilitazione non finisce oggi e si ripeterà il 19 dicembre, se nel frattempo il tavolo di trattativa non si riaprirà con buoni propositi”.
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Pierangelo Raineri: “L’andamento dello sciopero ci ha soddisfatto”
Federdistribuzione assicura di voler aumentare gli stipendi, ma meno di quanto chiedono i sindacati: accontentarli, dice l’organizzazione sul suo sito, “significherebbe mettere a grave rischio l’occupazione e lo sviluppo in molte grandi aziende”. I lavoratori interessati sono circa 500mila.
Lo sciopero non ha coinvolto solo i supermercati: secondo Chiara Cascarano, delegata della Cgil di settore per l’azienda di abbigliamento Zara, in mattinata a Milano si era fermato circa l’80% degli addetti. “La cosa che ci ha stupito – ha detto ai nostri microfoni – è che molti clienti hanno solidarizzato con noi. I problemi da risolvere sono diversi: oltre alla questione economica c’è quella dei turni, che magari vanno dalle sei di mattina alle undici di sera. Se sono mal gestiti, o con la flessibilità selvaggia che il nuovo contratto rischia di introdurre, ti impediscono di avere una vita”.
Ascolta l’intervista a Chiara Cascarano