
Quando si dice: “La speculazione è di casa”. Una puntata del Microfono aperto su un fenomeno come quello degli affitti temporanei può davvero riservare delle sorpese. E rivelare, nelle pratiche, differenze anche molti grandi tra chi in teoria appartiene a mondi simili.
Lo spunto di discussione non mancava. I cittadini di San Francisco hanno bocciato la proposta – conosciuta come referendum “anti Airbnb” – di limitare a non più di 75 giorni l’anno gli “affitti brevi” delle abitazioni di proprietà. Il colosso mondiale dell’intermediazione digitale per gli affitti di camere e case è nato alcuni anni fa proprio a San Francisco e in quella città ha la sede. L’accusa dei proponenti era di aver sconvolto il mercato degli affitti che l’amministrazione cittadina tentava invece di calmierare e inquinato il mercato alberghiero.
L’italia è il terzo mercato mondiale nella rete di Airbnb e l’Expo ha determinato un’ulteriore impennata di offerte e richieste. Quanti ascoltatori hanno guadagnato con questi affitti? Quanti hanno fatto fronte in questo modo alla crisi economica? Quanti lo considerano un esempio democratico di “sharing economy” e quanti invece un sitema di speculazione, utile magari soltanto per agevolare forme di evasione fiscale? L’occasione di un confronto, anche molto animato, tra punti di vista differenti che convivono fianco a fianco.
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