Un viaggio nella New York resistente in compagnia della nostra collaboratrice dalla Grande Mela Marina Catucci e con Luca Gattuso, maître à penser di Sunday Blues.
Un viaggio tra le geografie quotidianamente battute dagli oppositori di Donald Trump, ma anche in quelle che da sempre costituiscono la New York “contro”. A partire da Washington Square Park, piazza che dagli inizi del ‘900 è sempre stata battuta da eretici di vario tipo.
E’ la porta del Greenwich Village: un’anarchia nella planimetria di Manhattan, mitico luogo di ritrovo di intellettuali bohèmien e durante gli anni ’50 e ’60 santuario della Beat Generation, movimento contraddistinto da una comunanza di istinti ribelli e una concezione anti-conformista della vita. E’ qui che si sono svolti i moti di Stonewall, il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno. Se oggi il 28 giugno è la “giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” e il mondo celebra centinaia di “Gay Pride” è per via della rivolta che seguì l’irruzione della polizia, il 27 giugno 1969, in un bar gay del Village: lo Stonewall Hill. Visiteremo la chiesa anarchica del Judson Memorial dove, tra l’altro, sono state scritte pagine fondamentali della post-modern dance, un movimento artistico figlio delle istanze degli anni Sessanta, come l’antiautoritarismo, il movimento per i diritti civili, il movimento femminista e quello per la liberazione sessuale.
Andremo a curiosare i titoli in vendita alla libreria antimperialista (e per farci raccontare di Sacco e Vanzetti e dell’attentato degli anni 20) e visiteremo gli studi di WBAI radio, la ‘nipotina’ nella Grande Mela di Radio Popolare. Passeggeremo (senza piantare tende) a Zuccotti Park, a Downtown Manhattan, nel Distretto finanziario a due isolati dalla Borsa di Wall Street e a un isolato dall’area di Ground Zero. Il parco – diventato famoso nel 2011 per via delle azioni del movimento «Occupy Wall Street» – è posseduto da una azienda di affari immobiliari, la Brookfield Office Properties, ed è uno delle migliaia di spazi pubblici nati come contropartita delle concessioni edilizie locali (il municipio chiede che parte dell’area del costruttore sia adibita a parco, godibile da tutti: la proprietà resta al privato, che gestisce la pulizia ma può chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per questioni d’ordine pubblico).
Incontreremo Elisa Graci che da anni da New York produce “Italian Girl”, un programma in onda tutte le domeniche pomeriggio su Radio Popolare. Elisa ci racconterà le geografie musicali della sua città d’adozione e ci condurrà all’ombra del Chelsea Hotel per farci vedere cosa è rimasto del ‘Palazzo dei sogni’. Nei suoi 12 piani di appartamenti in affitto e camere di albergo, in poco più di un secolo, hanno risieduto per pochi giorni o molti anni le figure più rappresentative della storia artistica e culturale americana e europea, insieme a una grande e variegata comunità bohèmien. “La gente diceva che al Chelsea accadevano magie. Per circa 10 dollari alla settimana si poteva affittare una stanza accanto a Edie Sedgwick o perder tempo sul tetto con Allen Ginsberg. Con i vicini si condividevano idee, musica, denaro, vestiti, cibo cucinato sulla piastra elettrica e, a essere fortunati, forse anche un letto. Più si era fuori dal sistema, più si era dentro a questo posto” (da “Chelsea Hotel”, un libro di Sherill Tippins che andrebbe messo in valigia prima di partire per questo viaggio).
Incursioni ad Haledon, nel vicino New Jersey, per conoscere il sindaco Domenick Stampone, famoso per la sua giunta multiculturale. Andremo anche a Hoboken (esattamente di fronte a New York, 8 minuti di treno), la città di Fronte del Porto e di Frank Sinatra. Ceneremo in un ristorante italo-americano e cercheremo di incontrare la sindaca democratica Dawn Zimmer. Cinquantenne, nei precedenti mandati ha rimesso in sesto una cittadina storicamente epicentro della mafia italo americana. Inoltre nel post uragano Sandy è diventata un modello internazionale su come reagire alle calamità naturali (non a caso è stata chiamata in tutto il mondo a fare scuola su questo tema). Passeremo la notte elettorale nella sede dei democratici di Hoboken per festeggiare la sperata vittoria dell’avvocato dei diritti del lavoro Ravinder S Bhalla, il candidato sostenuto da Zimmer.
Drink al bar filo comunista KGB, cene in un ristorante indiano e in uno giapponese dell’East Village, un sake in luogo underground (che per ora ha l’indirizzo secretato).
Andremo a vedere la maratona di NY con Luca Gattuso che, avendola fatta, porterà i viaggiatori a scoprirla in diretta nei posti giusti (anche fotograficamente). E infine tutti davanti alla alla Trump Tower per farsi una foto con striscione di Radiopop anti Trump.
Per costi e dettagli: Viaggiemiraggi