Una sentenza senza appello. Questa è la sconfitta di Matteo Renzi, della sua gestione del partito e del potere, delle sue sempre più smaccate e incomprensibili giravolte per tornare a tutti i costi a Palazzo Chigi, della sua narrazione del paese, diventata ormai un disco rotto per la maggior parte degli italiani.
Una sconfitta che assume dimensioni storiche per diversi elementi: è stata una vera e propria Caporetto. Roccaforti come Genova e Sesto San Giovanni, considerate fino all’altro giorno imprendibili, sono cadute; città come Lodi, feudo di Lorenzo Guerini, amministrata da 20 anni dal Centrosinistra, sono passate alla Lega e a Forza Italia.
In questo caso, l’astensionismo record ha il colore rosso della sinistra. Era prevedibile. Ma anche questo è un altro elemento forte della sconfitta di Matteo Renzi. Gli elettori del centrodestra sono andati alle urne. Gli astenuti del centrosinistra sembrano non credere più a un’intesa tra questo Pd e le altre formazioni di sinistra, come nel caso di Sesto San Giovanni.
Dopo quattro anni, queste elezioni amministrative, sembrano mettere fine al ciclo politico di Matteo Renzi. Vedremo quali saranno le sue reazioni, le sue prossime mosse. Probabilmente tenterà un’intesa con Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Se così fosse, vorrebbe dire che il messaggio mandato dagli elettori non è stato recepito. Forse la scelta più saggia sarebbe quella di mettersi da parte come leader del centrosinistra. Quasi sicuramente non lo farà.