Si avvicina la fine della legislatura, al più tardi nel febbraio 2018. In alcuni limitati casi l’approssimarsi delle elezioni sta accelerando i lavori del Parlamento. Progetti chiusi nei cassetti delle commissioni parlamentari da mesi, tornano in aula. Uno di questi, a cui è stato messo l’acceleratore, riguarda la modifica di alcune norme sul processo penale. Questioni importanti per un paese che ha livelli di corruzione e illegalità dilaganti.
Il progetto sul processo penale è stato approvato definitivamente ieri sera alla Camera, preceduto da un voto di fiducia. Il testo introduce alcune novità su voto di scambio politico-mafioso, tempi della prescrizione e uso delle intercettazioni. A Memos oggi ne abbiamo parlato con Davide Mattiello, deputato Pd, membro della Commissione parlamentare Antimafia.
Con Mattiello abbiamo visto anche lo stato di altri due progetti di legge importanti, ancora fermi in parlamento: le modifiche al Codice Antimafia e l’introduzione del reato di tortura, anche se solo nella forma limitata del reato comune.
Un altro testo che oggi arriva al Senato è quello sulla cittadinanza italiana. Un progetto che permetterà di superare, anche se solo in parte, i molti limiti della normativa attuale.
Se verrà approvato, in Italia comunque non ci sarà l’introduzione dello ius soli, e cioè il diritto automatico alla cittadinanza italiana se si è nati in Italia, anche se da genitori stranieri. Il progetto di legge in discussione al Senato prevede solo una forma “temperata” di ius soli, cioè con alcuni limiti rispetto alle legislazioni dove quel diritto è pieno (dagli Stati Uniti al Canada, dall’Argentina al Brasile). A Memos ne abbiamo parlato con Ennio Codini, giurista dell’Università Cattolica di Milano, consulente della Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità)
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