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Ong, la marina libica rilancia le accuse

Il dramma dei migranti nel Mediterraneo si presta a molte speculazioni politiche. L’ultima è la bordata del portavoce delle guardie costiere libiche, Ayyub Ghassem, contro Ong internazionali (che non ha nominato), accusate di avere avuto contatti preventivi con i trafficanti di esseri umani. “Sembrava dalla conversazione avuta con i trafficanti che loro fossero in attesa delle imbarcazioni e si stessero avvicinando alla costa nelle acque territoriali libiche. Gli abbiamo intimato di allontanarsi”, ha detto.

L’incidente è avvenuto stamani all’alba con tre gommoni e due barconi fermati nelle acque territoriali libiche e costretti a tornare nel porto di Zawia, a 45 km ad ovest di Tripoli. Ci sarebbe stata una sparatoria, con un migrante ucciso e altri due feriti. Tutte le vittime sono del Bangladesh. Ghassem accusa per la sparatoria una milizia di Zawia che opera in protezione dei trafficanti di migranti. “Le loro due unità moderne e con motori potenti, si sono dileguate e non è stato possibile bloccarli”, ha aggiunto.

Ghassem ha insistito nell’insinuare che le Ong sono conniventi con i trafficanti, ma senza dirlo esplicitamente e senza portare delle prove certe sul contenuto delle conversazioni intercorse; ha espresso praticamente una sua congettura, basata su sensazioni. “Secondo le intercettazioni è sembrato che le Ong fossero in attesa delle 5 imbarcazioni con oltre 570 migranti per prestare loro soccorso e accompagnarli in Italia”.

Presumibilmente le dichiarazioni del militare libico servono a coprire le responsabilità delle guardie costiere libiche nell’uso delle armi da guerra, per prendere controllo dei gommoni, pratica pericolosa e vietata dalle leggi internazionali. Questa pratica è stata denunciata da una Ong spagnola, nello scorso mese di aprile, postando sul proprio sito le foto dei militari libici con le armi puntate contro i migranti assiepati, fino all’inverosimile, su un gomme. In quell’occasione, per fortuna non si sono avute vittime e tutti i migranti sono stati salvati e riportati nel porto di Tripoli.

Intanto oggi (sabato 10 giugno) in un altro naufragio a Garaboulli, ad est di Tripoli, 8 migranti sono annegati e altri 100 sono dispersi.

Medici Senza Frontiere ha diffuso una nota a proposito delle accuse, evidentemente rivolte a una loro nave:

In merito alle dichiarazioni della guardia costiera libica sui soccorsi in mare in questi giorni, Medici Senza Frontiere (MSF) precisa di avere effettuato soccorsi sotto il normale coordinamento della Guardia costiera italiana (MRCC) e di non avere avuto alcun contatto con la guardia costiera libica. La Prudence sta ora rientrando verso l’Italia con 726 persone a bordo, tra cui 53 bambini e un corpo senza vita. L’arrivo è previsto lunedì mattina a Palermo. Nel frattempo, altre persone hanno perso la vita in mare proprio in queste ore. Senza vie legali e sicure e un sistema dedicato di ricerca e soccorso in mare, queste morti non si fermeranno. 

  • Autore articolo
    Farid Adly
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