Lesbo, la Lampedusa greca. L’isola che sta diventando il simbolo degli sbarchi nel Mar Egeo. Qui sono arrivati i cadaveri di 17 persone. Undici delle quali bambini: dalla morte di Aylan Kurdi, il 3 settembre 2015, sono almeno 70 secondo Save the Children i minori che hanno perso la vita nella traversata. “Mi vergogno come mebro dell’Unione europea per l’incapacità dell’Europa di gestire il dramma dei migranti”, ha dichiarato il premier greco Alexis Tsipras, subito dopo il naufragio.
Nawal Soufi in Italia è famosa come L’angelo dei profughi. Ha raccontato la sua storia in un libro così intitolato Daniele Biella, giornalista di Vita. Dopo aver risposto per anni alle richieste di allarme dei profughi in avaria nel Canale di Sicilia, Nawal si è spostata in Grecia, per continuare ad aiutare i disperati che cercano di raggiungere le coste elleniche. Questo il suo racconto.
Nawal Soufi: la situazione a Lesbo
Arrivano gommoni portati dalle onde, senza motore. Piccoli natanti che rischiano di finire contro i mercantili che si spostano in quel tratto di mare. L’odissea non finisce nemmeno una volta toccata terra. I migranti vogliono ancora raggiungere il Nord Europa: la Grecia è solo una tappa. Una tappa faticosa, perché il sistema d’accoglienza è totalmente inadeguato. Ancora Nawal Soufi: