Centinaia di persone hanno partecipato all’iniziativa “Porta un fiore al partigiano“, organizzata da Anpi, Cgil, Fiom, alcuni centri sociali e altre realtà dell’antifascismo milanese al cimiter0 Maggiore di Milano. Una risposta importante alle provocazioni fasciste, che anche quest’anno dovevano andare in scena al Campo X dello stesso cimitero, dove sono sepolti i morti della Repubblica Sociale Italiana. La parata è stata vietata, ma l’omaggio ai Partigiani si è fatto lo stesso, con i fiori, le bandiere rosse, i canti della Resistenza.
Alle tombe dei repubblichini si è vista qualche decina di camerati, tra cui diverse vecchie facce degli anni 70 milanesi. Un piccolo assembramento senza bandiere nè labari nè saluti romani, con tanta rabbia per il divieto imposto da Questura e Prefettura. C’era anche Giancarlo Rognoni, già imputato per la strage di piazza Fontana (poi assolto) e condannato per la bomba sul treno Torino – Roma nell’aprile 1973. E c’era Maurizio Murelli, che in quegli stessi giorni del ’73 si rendeva protagonista degli scontri di piazza a Milano in cui venne ucciso l’agente di polizia Antonio Marino, colpito da una bomba carta che è costata all stesso Murelli 18 anni di galera. Non si sono presentati invece i giovani di Lealtà Azione, quelli che negli ultimi 4 anni avevano organizzato la manifestazione il 25 aprile. Quest’anno Milano ha ‘battuto un colpo’ e la prova di forza dell’estrema destra cittadina è stata sventata.