Ancora un naufragio nel Canale di Sicilia. Le vittime sono almeno 20. La notizia è stata comunicata a Radio Popolare da Migrant offshore aid station (MOAS), l’organizzazione maltese per la ricerca e il soccorso in mare che sta lavorando ininterrottamente da sabato a diverse operazioni di salvataggio.
La nave di Moas da sabato mattina ha portato soccorso a oltre 10 imbarcazioni di fortuna. In totale oltre 2000 persone. “Una crescita senza precedenti delle partenze dalla Libia in direzione dell’Europa”.
Poi, domenica, durante una di queste operazioni di slavataggio, l’equipaggio della nave Phoenix si è reso conto di trovarsi di fonte a un naufragio già avvenuto. I corpi erano in acqua. L’unica cosa che i volontari hanno potuto fare, è stata di recuperare le salme e portarle a bordo della nave. Siamo riusciti a comunicare con Regina Catrambone, fondatrice di Moas, che si trova sulla nave di soccorso.
Ascolta la testimonianza raccolta da Chiara Ronzani
In questi giorni le condizioni meteo favorevoli, con il mare piatto, stanno favorendo le partentenze dalle coste libiche. Altri salvataggi sono avvenuti, sempre nel Canale di Sicilia tra sabato e domenica, a opera della Guardia costiera e della Marina militare italiane. Complessivamente si tratta di quasi 4500 persone.
Anche la Calabria è stata coinvolta da questi nuovi sbarchi. Domenica mattina, giorno di Pasqua, nel porto di Reggio Calabria è attraccata la nave Vos Prudence, con 650 persone a bordo. Un secondo sbarco è avvenuto sulla spiaggia di Melito Porto Salvo: in questo caso il barcone dei migranti è riuscito ad arrivare a riva, con 80 persone a bordo. Tutti i migranti sbarcati in Calabria sono stati sottoposti a cure mediche. Medici senza frontiere ha denunciato che molti di loro presentavano segni di violenze e torture, subìte in Libia o durante il tragitto.
Al dramma dei profughi ha fatto riferimento anche Papa Bergoglio, nel messaggio che ha accompagnato la benedizio pasquale urbi et orbi.