“La superbomba? Marketing bellico, dagli esiti incerti”.
Luigi Bonanate, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Torino, commenta così l’ultima mossa di Donald Trump, aggiungendo: “Sembra più una mossa nordcoreana che una mossa di tradizione occidentale”.
Ospite della trasmissione Zona Mista, Bonanate risponde ad alcune domande sul significato e le incognite di ciò che lo scenario internazionale sta offrendo in queste ore.
Propone alcune interpretazioni su alcune delle questioni centrali: la Siria, la Corea del Nord, l’assenza dell’Europa, il futuro possibile da qui a sei mesi. Parla del “dilettantismo delle grandi potenze”, descrive l’immagine inedita di un tripolarismo mondiale – Usa, Russia, Cina – che si confronta con tempi ed esiti difficili da immaginare: conflitto totale o “fiammata” di assestamento verso nuovi equilibri. “Siamo di fronte a un’escalation più rapida del previsto ed è difficile dire quali esiti avrà”.
Professor Bonanate, qual è secondo lei il significato della “super-bomba” sganciata nelle ultime ore dall’Amministrazione americana?
Perchè, secondo lei, è stata sganciata proprio in Afghanistan?
Siamo di fronte a un’escalation? Con quale velocità e con quali esiti possibili?
La questione siriana porta con sé i problemi tra Usa e Russia, quello con la Corea del Nord sembra invece un confronto isolato. Oppure è in grado di aggregare altri problemi e altri attori?
In queste ore gli unici attori in campo sembrano essere Stati Uniti, Russia e Cina. Più ancora delle altre volte. Tutti gli altri sembrano completamente assenti, a partire dall’Europa.
Da qui a sei mesi che situazione vede: uguale o differente?