Ci sono solo 17 bambini in questo momento, ma potrebbero essercene più di quaranta.
E anche per quei pochi a fine anno dovrà essere trovata un’altra soluzione: il Centro assistenza minori di via Pusiano a Milano sta per chiudere.
Potremmo definirlo un danno collaterale dell’abolizione delle province. La legge Del Rio infatti toglie ai nuovi enti e alle città metropolitane le competenze sul sociale. Anche volendo, comunque, la città metropolitana non avrebbe i soldi per continuare a tenere aperte le casette. Perché il Cam di via Pusiano è una struttura pensata proprio a misura di bambino: sei casette – ma adesso ne funzionano solo quattro – dove bimbi molto piccoli, da zero a sei anni, provano a ritrovare tranquillità.
Sono tutti bambini tolti alle loro famiglie dal Tribunale dei minori, molti hanno subito abusi o hanno comunque storie traumatiche. A seguirli sono 40 educatrici che nella loro turnazione cercano il più possibile di dare continuità di presenza, in modo che i bimbi abbiano delle figure di riferimento fisse.
“Si cerca – dice Donata Luzzati, una delle psicologhe del Cam – di farli vivere come in una vera casa”.
Insomma è una struttura pensata con intelligenza, con una lunga storia alle spalle – nasce negli anni Settanta – e che naturalmente costa parecchio, circa cinque milioni di euro all’anno.
Le rette pagate dai comuni per ogni bambino non bastano a coprire le spese. Ma il Cam non può chiudere: lo dicono le educatrici, lo dice il garante regionale per l’infanzia Massimo Pagani.
Che il Cam non può chiudere lo dice anche Rosaria Iardino, che per la città metropolitana ha la delega alle politiche sociali. “Il Cam è un’eccellenza” dice e assicura che sta lavorando per trovare una soluzione. Il 3 novembre sarà in parlamento a spiegare i problemi del centro. Rosaria Iardino non anticipa però quale possa essere questa soluzione: la questione – dice – è delicata, meglio lavorare prima di fare gli annunci.
La data limite è il 31 dicembre. Da quel giorno – se non si troverà una strada – le casette del Cam chiuderanno le porte.