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Il nuovo manuale minimo dell’attore

Dario Fo, ospite a Bookcity per presentare il “Nuovo manuale minimo dell’attore” (ed. Chiarelettere), la seconda tappa di un percorso intrapreso con Franca Rame, prima della sua recente scomparsa, condivide volentieri con Il Suggeritore ricordi di vita e considerazioni sul ruolo dell’arte.

Personaggi celebri rappresentati nel corso del lavoro insieme, come Giorgio Strehler o Jacques Lecoq, in quel secondo dopoguerra che per il teatro italiano rappresentò un definitivo punto di svolta.

E una dichiarazione d’amore per Milano, la città dove dapprima per casualità e poi con sempre più definita convinzione, un irreprimibile Dario Fo e una indimenticabile Franca Rame partivano per un viaggio artistico che li avrebbe portati lontano, lontano nel tempo, per dirla con Tenco.

Ecco un breve estratto da questa nuova, allegra fatica del più anticonvenzionale dei Nobel:

Cos’è la quarta parete, cosa significa? È la condizione in cui si viene a trovare normalmente il pubblico che assiste alla rappresentazione nello spirito del «guardone». Cioè sta spiando al buio, non visto, una storia che gli attori stanno vivendo al di là del proscenio, in piena luce, come se stessero recitando senza rendersi conto che sono ascoltati da centinaia di persone. Questa è la peggiore condizione che possa capitare a un attore. «Bisogna assolutamente distruggerla questa quarta parete – sbottava Franca –, fare in modo che ogni spettatore esca da quello stato d’animo deleterio e ascolti libero da condizionamenti, o meglio con una partecipazione consapevole e, al contrario, trasformi la qualità della suaattenzione, a costo di assumere un atteggiamento critico nei riguardi del dramma o della commedia.»

Ascolta l’intervista di Il Suggeritore a Dario Fo

Dario Fo a Il Suggeritore

 

 

  • Autore articolo
    Ira Rubini
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    Gli speciali - 20-04-2025

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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