A 40 anni dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini Carlo Lucarelli torna sul luogo del delitto con un libro. PPP Pasolini, un segreto italiano (Rizzoli) indaga sulla morte dello scrittore (e regista, intellettuale, poeta) italiano andando a riaprire pagine antiche che ancora ad oggi lasciano molti dubbi e misteri sulla sua fine. “La morte di Pasolini è un segreto italiano e proprio per questo bisogna tornare a cercare -spiega l’autore. Ci sono stati tantissimi tentativi di riaprire l’indagine e di fare chiarezza su cosa sia successo quella notte. Finchè non riusciremo a capirlo con spiegazioni che convincano tutti è il caso di continuare a tentare”.
Nel romanzo di Lucarelli il luogo del delitto non è solo quello fisico della spiaggia di Ostia, ma si localizza anche nella memoria di una generazione, tra la mura di casa, nei quartieri, tra i film consumati nei cinema, sui giradischi e i libri letti. Fin dall’inizio del romanzo Lucarelli contestualizza l’epoca. Gli anni ’70, un periodo particolare di cambiamenti sociali e politici in cui vengono inseriti ricordi personali e della sua adolescenza, per ricordare quanto quel delitto sia intrecciato alla memoria di una generazione. “Volevo raccontare che cosa ha rappresentato Pasolini in quegli anni, e anche la sua morte, per i ragazzi come me, che vivevano in provincia negli anni ’70, non particolarmente policizzati ma che percepivano ciò che stava accadendo”.
Un appassionato di misteri italiani come Carlo Lucarelli, che li ha inseguiti sia in televisione con la sue trasmissioni che attraverso i suoi romanzi e i protagonisti dei suoi gialli, non poteva non subire il fascino letterario di una storia così complessa e importante come quella di Pier Paolo Pasolini: “Ho scoperto Pasolini leggendo gli articoli di giornale e da lì ho continuato a scoprirlo attraverso tutte le sue opere. Pasolini ha parlato a tutti, con il cinema, i libri, le poesie e gli articoli, ma il Pasolini che ha catturato me è il Pasolini civile, impegnato, indagatore della realtà e dei costumi”.
Ascolta l’intervista a Carlo Lucarelli