“Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”. E’ questo il titolo del Festival dei diritti Umani 2017. Sei giorni di dibattiti, proiezioni e mostre a ingresso libero e – per chi non può partecipare – in streaming.
Appuntamento alla Triennale di Milano dal 2 al 7 maggio. Settanta ospiti dall’Italia e dall’estero. Si parlerà di 36 Paesi. Diciannove i documentari in concorso, cinque i film in anteprima, due le mostre fotografiche. Dopo la prima edizione l’anno scorso, questa seconda edizione si fa più ricca e completa. Radio Popolare sarà Media Partner del Festival.
Il programma è stato presentato dal direttore del Festival Danilo De Biasio.
Si parlerà di Ucraina, con i genitori di Andy Rocchelli, fotografo italiano ucciso nel Donbass tre anni fa. Una mostra raccoglierà le sue ultime foto. Si parlerà di Turchia, con il giornalista Ahmet Insel, e poi di Azerbajan e Russia, con due giornaliste coraggiose provenienti da quei Paesi.
Assa Traoré, sorella del giovane ucciso in Francia dalla polizia, parteciperà a un incontro dal titolo “Il silenzio dei potenti. La parola alle donne”. Ci sarà un focus sulla strage di Beslan del 2004, in Russia: 334 morti – di cui 186 bambini – e ancora nessuna giustizia.
Il sacerdote messicano Alejandro Solalinde presenterà il suo libro I narcos mi vogliono morto. Il film Clash, di Mohammed Diab, ci porterà fra le contraddizioni della rivoluzione egiziana. Con i documentari si viaggerà dall’Afghanistan al Mali, dal Rwanda alla Siria.
Ci saranno anche incontri sul bullismo e il cyberbullismo: sono queste le prime limitazioni della libertà che i ragazzi incontrano a scuola. Si parlerà anche di città solidali, ovvero di come le città – Milano per esempio – possono essere accoglienti per i rifugiati.