“Il sindaco ritiri l’ordinanza. Credo sia necessario ritirarla. E’ un provvedimento che non ha nulla di umano. Ritirarlo è la prima mossa per poi iniziare a risolvere una situazione complicata.”
E’ l’appello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, al sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano. Un caso che sta scatenando molte polemiche, nato in seguito all’ordinanza emessa dal primo cittadino nell’agosto del 2016, con cui si vietava di somministrare cibo, senza autorizzazione, ai migranti. Nei giorni scorsi la polizia, in base all’ordinanza, ha identificato e denunciato tre persone per aver dato acqua e panini ai migranti che si trovano a Ventimiglia. Un fatto che ha scatenato le dure proteste del presidente di Antigone Patrizio Gonnella, di Amnesty International e di Sinistra Italiana.
Il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, ha risposto a chi lo contesta postando sulla sua pagina Facebook queste parole che riportiamo integralmente: “ Mi farebbe piacere se avessero la cortesia di venire a Ventimiglia a prendere direttamente atto della situazione che effettivamente sussiste sul nostro territorio e di cosa vuol dire gestirla i sig.ri Nicola Fratoianni di SI, Patrizio Gonnella di Antigone e Riccardo Noury di Amnesty International. Magari ne può uscire qualche idea stando sul campo per qualche giorno invece che a km di distanza.”
Riccardo Noury come commenta l’ordinanza del sindaco di Ventimiglia?
“E’ un ordinanza che fa parte di quel set di provvedimenti amministrativi e giudiziari che tendono a colpire sempre di più la solidarietà, le persone che fanno le veci delle istituzioni ma che invece si trovano nel mirino di questi provvedimenti. Questo di Ventimiglia in particolare sembra il contrario della normalità. Ci si aspetta che gesti di solidarietà vengano apprezzati, appoggiati anziché essere criminalizzati in questo modo”.
Lei dice questo, ma ammetterà che il sindaco di Ventimiglia si trova ad affrontare una situazione molto difficile, visto che i francesi hanno chiuso le frontiere ai migranti
“La complessità della situazione si affronta con misura. Certamente il provvedimento che vieta alle persone di portare cibo e acqua non ha nulla a che vedere con la soluzione del problema, è solo un atto punitivo. Non è che vietando di portare viveri ai migranti che si trovano a Ventimiglia si aprono le porte della Francia”.
Il sindaco ha motivato la sua ordinanza sostenendo che c’era disagio tra i cittadini, per questioni igienico-sanitarie, e lui ha voluto tutelarli.
“Come ha giustamente osservato l’avvocata Alessandra Ballerini, che conosce bene queste cose, questo provvedimento è insensato perché faceva riferimento alla deperibilità dei cibi e alle condizioni climatiche della scorsa estate. Adesso non è che siccome ieri ha iniziato a fare caldo il provvedimento ritorna in vigore. Capisco che ci siano dei cittadini che protestano, ma ci sono anche dei cittadini che la pensano diversamente. Noi stiamo osservando che ci sono misure sempre più cattive, multe, fogli di via, e tutto perché si cerca di aiutare il prossimo”.
Ioculano aveva spiegato che prima di emettere l’ordinanza che vieta di dare cibo, si era assicurato che la Caritas fornisse tutte le assistenze necessarie.
“Adesso l’accesso al cibo è riservato alle persone che sono state identificate, quindi non è accessibile a tutti e ci sono persone, i cosiddetti transitanti, che rimangono esclusi e so, anche se non ho verificato, che anche tra coloro che sono stati identificati con le impronte, c’è qualcuno che è rimasto escluso”.
Noury cosa risponde al post del sindaco che vi invita a venire a Ventimiglia, a vedere sul campo come stanno le cose?
“Amnesty International a Ventimiglia c’è stata più volte, ci sono state anche altre organizzazioni per i diritti umani, c’è stata l’avvocata Ballerini che ha sottolineato che c’è piena consapevolezza tanto della complessità dei problemi quanto dei bisogni delle persone, e quanto provvedimenti come questo non aiutano. Possono venire incontro a un’esasperazione, ma non aiutano. Sappiamo che a Ventimiglia ci sono persone che si mettono a disposizione dei migranti anche con le loro attività commerciali. Alla prima occasione torneremo a Ventimiglia perché è un luogo importante dal punto di vista della violazione dei diritti umani, di sicuro non mancherà occasione. Poi magari se ci verrà in mente di portare cibo e acqua spero non finiremo anche noi vittime di questo provvedimento”.
Cosa vuol dire al sindaco di Ventimiglia?
“Ritiri l’ordinanza. Credo sia necessario ritirarla. E’ un’ordinanza che non ha nulla di umano. Ritirarla è la prima mossa per poi iniziare a risolvere una situazione complicata. So perfettamente che periodicamente si creano dei colli di bottiglia, a Ventimiglia, a Como, i luoghi di frontiera. Lampedusa lo è stata per anni, però bisogna cercare di risolverle bene queste situazioni, non con il divieto di dare da mangiare e da bere.