L’ordinanza firmata martedì sera da Attilio Fontana, stranamente senza annunci e commenti da parte della Regione, è la prima zona rossa locale a quasi un anno di distanza dalle prime zone focolaio di Codogno e della bassa lodigiana, che però erano state decise dal governo. Quindi la prima notizia è che la Regione può fare le zone rosse (come non fece ad Alzano e Nembro, addossando la responsabilità al governo).
La seconda notizia è che questo dovrebbe essere il nuovo modello, già sperimentato in Toscana e Umbria: piccole zone rosse per evitare quelle totali di fronte al diffondersi delle varianti. Basterà superare i 250 casi positivi ogni 100mila abitanti per finire sotto i riflettori del CTS. E questi quattro Comuni sono oltre questa soglia. Lo erano da giorni, a dire il vero, alcuni come Viggiù da due settimane, con le scuole già chiuse, visto che la variante inglese sembra trovare terreno fertile anche tra i più piccoli.
I sindaci interessati hanno appreso ieri sera la notizia da Fontana o dai prefetti. Quello di Castrezzato nella bassa bresciana definisce eccessivo il provvedimento: scuole e parchi erano già chiusi, insieme ad altre limitazioni. Quello di Mede nel pavese lo definisce punitivo e ricorda lo screening su tutta la popolazione scolastica già previsto con la locale Ats da stamattina. Di Viggiù, invece, sappiamo che i casi erano circa 70 e che anche qui stamattina era già previsto lo screening di massa per tutti i 5mila abitanti. Ma proprio qui, sempre ieri, la locale ATS ha annunciato di aver scoperto per la prima volta la presenza di una variante definita scozzese. E questa è la terza notizia.
E poi c’è Bollate, 40mila abitanti al confine, indistinguibile con Milano. Qui il sindaco, di centrosinistra è più collaborativo, nonostante ricordi di non avere a disposizione numeri e parametri per spiegarsi la decisione, ma che essendo alle porte di Milano può comprendere la preoccupazione. E qui sta l’ultima notizia: scala ridotta, si ripete il copione già visto tra Regione Lombardia e governo, con i sindaci, soprattutto di Lega e centrodestra che protestano per le decisioni prese con dati non aggiornati e senza coinvolgere i sindaci sul territorio. E lo dicono ad Attilio Fontana.