Più forze dell’odine, più braccialetti elettronici, più repressione e soprattutto la ricerca dell’eterno capro espiatorio, l’immigrato irregolare. Anche oggi, nella giornata della lotta contro la violenza di genere, il governo risponde nel solito modo, delineato ormai come una sorta di schema da una settimana a questa parte. La colpa degli abusi e delle violenze è per la destra soprattutto colpa dell’immigrazione irregolare. Giorgia Meloni lo ha suggellato nel pomeriggio con un’intervista nella quale ammette che le verrà dato della razzista, ribadendo che ci sarebbe una incidenza maggiore nei casi di violenza da parte delle persone immigrate irregolarmente. Si tratta di uno schema culturale e propagandistico usato per oscurare l’enormità di un fenomeno che è legato soprattutto al rapporto famigliare, il marito, il fidanzato che uccide la propria moglie e compagna. Matteo Salvini oggi lo ha fatto in maniera quasi didascalica, pubblicando sui social l’elenco di vittime uccise solo dagli immigrati irregolari e all’interno della lista ha dovuto forzatamente inserire i femminicidi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, per il clamore che hanno avuto. La risposta oggi è stata soprattutto questa, meloni si è anche lanciata a dire che non ha senso imporre il congedo parentale agli uomini, perché prima bisognerebbe fare un lavoro culturale in questo senso. Ma la responsabilità di un lavoro di questo tipo spetta a chi governa, ed è dilatorio, come ad esempio l’annuncio di Roccella e Casellati di aprire un tavolo tecnico per lavorare ad un testo unico contro la violenza. Appare un modo per prendere tempo e spostare in là un problema che è invece da risolvere adesso.
Violenza di genere: il governo se la prende con gli immigrati
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Autore articolo
Anna Bredice