Selfie sorridente nella notte veneziana corredata da un “vi voglio bene amici 🙂”, selfie sorridente con addosso la tuta della Protezione Civile verso un Veneto piegato dal maltempo, addirittura un sereno selfie after-sex pubblicato dalla ormai ex compagna Elisa Isoardi volto quasi paradossalmente a sancire la fine della loro relazione: non devo certo dilungarmi a illustrare la più che efficace strategia di comunicazione online di Matteo Salvini, così come non ha senso scrivere ancora una volta che quella di Salvini è una continua propaganda, a suon di hashtag, like e condivisioni. Quello che invece vorrei dire è che se Salvini ha così tanto successo su web è anche e soprattutto colpa nostra.
Se dovessi descrivere il taglio comunicativo di Salvini con un solo aggettivo, attingendo alla lingua inglese lo definirei “relatable” – un termine che peraltro è utilizzato dal mondo anglosassone con grande frequenza proprio per descrivere personaggi come questo -, ovvero immedesimabile, qualcosa o qualcuno in cui è facile identificarsi. Ma si tratta di un’immedesimazione subdola, risultato di un appiattimento culturale enorme e soprattutto di un utilizzo dei social superficiale identico a quello di Salvini: vi sfido a scorrere la vostra bacheca di Facebook e non trovare tra i primi dieci post almeno otto pubblicazioni da parte di amici e contatti con una foto di qualità dozzinale, il più delle volte mosse, scattate con il cellulare, che ritrae soggetti dal sorriso forzato in primissimo piano, realizzate e pubblicate per la pura e semplice smania di condivisione, per il “io c’ero“, per il “buongiornissimo a tutti i miei contatti di Facebook“, per il “vi voglio bene amici“, appunto. Condivisione ad ogni costo, espressione di sé ad ogni costo, anche se questa espressione dell’io la si deve tradurre con l’uso di faccine sorridenti e un italiano approssimativo.
Proprio per questo motivo Matteo Salvini è relatable: perché Matteo Salvini (sui social network) è nostro fratello, nostro figlio, il tizio che stiamo frequentando e che adora scattarsi foto a torso nudo nel bagno di casa, il nostro amico delle medie, quello che era sfigatissimo e a calcetto non lo sceglieva nessuno ma che ora ce l’ha fatta, e non perde l’occasione di dimostrarlo a te e a tutta la sua community con un bel selfie mosso con l’elicottero dei Vigili del Fuoco sullo sfondo.
Se Salvini funziona così bene sui social network è anche e soprattutto colpa nostra, perché siamo un popolo di Mattei Salvini e di Elise Isoardi, perché postiamo anche noi foto sui social per comunicare la rottura di una relazione, perché appiattiamo anche noi tutti i nostri pensieri con delle emoji e delle frasi di accompagnamento degne nemmeno dei biscotti cinesi della fortuna, perché siamo diventati così pure noi.