“Tiriamo avanti, ce ne faremo una ragione”. La prima risposta dei mercati con lo spread che sfonda quota 270 provoca questa reazione da parte di Matteo Salvini, del resto che la borsa e i mercati avrebbero reagito così era prevedibile visto che il Ministro dell’Economia, il grande sconfitto di questa manovra, aveva garantito il rispetto dei patti con l’Europa.
Una sconfessione della linea di Tria, e forse è per questo motivo che non si è fatta nemmeno una conferenza stampa a Palazzo Chigi, di norma scontata in questi casi: l’assenza del Ministro dell’Economia o il suo imbarazzo sarebbe stato troppo evidente e il giorno dopo a parlare sono solo i due vicepremier e prima ancora è stato il capo del Movimento 5 Stelle, che quasi a mezzanotte si è affacciato al balcone di Palazzo Chigi per festeggiare e celebrare la vittoria delle sue promesse con i parlamentari arrivati sotto le finestre con le bandiere.
Ma Di Maio, che invece era stato il primo a pretendere lo sforamento del deficit, oggi cerca di evitare eccessive tensioni e garantisce che non c’è nessuna intenzione di andare allo scontro con l’Europa. Ma il rapporto tra Roma e Bruxelles per l’esame di scelte così forti è solo all’inizio, e ha sullo sfondo non solo la legge di bilancio, che potrà essere respinta e rispedita indietro, ma anche la lunga campagna elettorale per le Europee.
Il commissario europeo all’economia Moscovici cerca per ora di evitare uno scontro immediato con l’Italia, esprime le proprie preoccupazioni perché “c’è un debito esplosivo”, ammette che potrebbero esserci delle sanzioni, ma anche che è personalmente contrario a una politica di sanzioni, parole che Di Maio considera interlocutorie.
La scelta di campo da parte del governo gialloverde è stata fatta ed è quella di una manovra in deficit, con un rapporto deficit pil del 2,4% per i prossimi tre anni, per mantenere tutte le promesse elettorali: dieci miliardi destinati ad aiuti economici con il reddito di cittadinanza, le pensioni di cittadinanza, la riforma della legge Fornero introducendo la quota 100, un condono sulle cartelle esattoriali fino a 100 milioni, la flat tax a partire dal 2020 e la promessa di una cifra sostanziale da investire in opere infrastrutturali. Preoccupate le reazioni dell’opposizone: per Padoan, l’ex ministro dell’economia, questa manovra rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti, di creare un conflitto con l’Unione Europea e alla domanda se Tria ha perso, la risposta laconica è stata Sì.