Se mai fosse servito, e non sarebbe servito, un atto simbolico, una proposta, per chiarire definitivamente quello che ormai è chiaro da tempo, ossia che la Lega è un partito di estrema destra, eccolo qua. “Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano”, ha scritto il ministro per la famiglia su Facebook.
Supportato, seppur con qualche distinguo, dal suo leader Matteo Salvini: “Sono d’accordo. Alle idee, anche le più strane, si risponde con le idee, non con le manette, sebbene non è una priorità del governo”, ha detto il segretario della Lega. Del resto Salvini lo aveva annunciato già un anno fa, nell’ultimo raduno di Pontida pregoverno gialloverde: “Se andremo al governo aboliremo la legge Mancino”.
L’immediato stop da parte degli alleati di governo a 5stelle, e addirittura del solitamente taciturno presidente del consiglio Giuseppe Conte, non cambia la sostanza della cosa. La Lega salviniana si accredita sempre più come il contenitore unico, elettoralmente parlando, della destra estrema: sovranista, populista, razzista e xenofoba, con qualche sfumatura nostalgica.
Un abboccamento al variegato mondo dell’estrema destra nostrana, storicamente frammentata, e che ora può trovare una sponda istituzionale. Ma anche un messaggio all’estrema destra europea, da Orban alla Fpo di Heinz-Christian Strache, dalla Alternative fuer Deutschland al Front National di Marine Le Pen: siamo pronti a fondare la Lega delle Leghe, un fronte transnazionale sovranista, con l’obiettivo delle elezioni europee della prossima primavera.