“Non perseguiamo fini politici, evocare il capo dello Stato è fuori dalle regole costituzionali“. Dura risposta dell’Associazione Nazionale Magistrati alle accuse di Matteo Salvini dopo la sentenza che blocca i fondi della Lega.
Il leader della Lega aveva parlato di attacco alla democrazia e si era appellato a Mattarella. Oggi parla il presidente dell’ANM Francesco Mìnisci che, a Radio Popolare, respinge le accuse del ministro dell’Interno e leader della Lega:
È un ritorno al passato che vorremmo evitare. Noi come Associazione Nazionale dei Magistrati l’abbiamo sempre detto, lo ribadiamo con forza: i magistrati, e lo vogliamo sottolineare, non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, perchè questo è stato detto, né portano avanti fini politici. I magistrati pronunciano sentenze in nome del popolo italiano, senza distinzione e seguendo principi e regole di diritto di cui poi danno conto nelle motivazioni. L’evocare un possibile intervento del Capo dello Stato in questa vicenda risulta essere fuori dal perimetro costituzionale, non riusciamo a capire come possa intervenire il Presidente della Repubblica. Del resto le stesse modalità con cui il dibattito si è alimentato nelle ultime ore, creano confusioni e rischiano di produrre degli effetti distorsivi su quelli che sono i precisi confini, fissati peraltro dalla Costituzione, tra la Magistratura – caratterizzata dall’autonomia di indipendenza – e gli altri poteri dello Stato. Noi respingiamo con fermezza ogni tentativo di delegittimare la giurisdizione e di offuscare l’imparzialità dei magistrati. Questo è un principio costituzionale a difesa del quale, come ANM, continueremo sempre a svolgere la nostra azione. Auspichiamo, peraltro, che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore questi stessi fondamentali principi.