Si chiama Space Renaissance ed a tradurlo letteralmente – diversamente non potremmo fare – viene fuori qualcosa come Rinascimento Spaziale. Ora il punto non è se quelli appena trascorsi possano considerarsi o meno secoli bui, quanto piuttosto se gli anni a venire potranno considerarsi, per l’appunto, spaziali. Sì, perché l’obiettivo dell’associazione Space Renaissance Italia è proprio quello di promuovere e portare la civiltà nello spazio. Scienza o fantascienza? Una risposta al momento non c’è. Le ipotesi sono tante, i problemi di più.
Lo spazio come luogo dove possano trovare sede le cosiddette officine orbitali è un’idea che si coltiva da qualche anno. Negli ultimi tempi l’avvento di sistemi di lancio interamente riutilizzabili ha reso, soprattutto dal punto di vista economico, ancora più vicina questa prospettiva. Se quindi fino a poco tempo fa la frontiera spaziale risultava, ai più, qualcosa di inaccessibile, oggi strizza invece l’occhio a nuovi e possibili attori di mercato.
Se quindi per alcuni l’investimento sarebbe dietro l’angolo, è altrettanto vero per altri che, come anticipato, i problemi non sono pochi. Esemplificando si può far riferimento al tema della pulizia dell’orbita. Ci sta lavorando, ad esempio, Guglielmo Aglietti, direttore del Surrey Space Centre, con l’obiettivo di individuare e rimuovere i principali detriti spaziali. Si pensi poi al ramo legale. Ad oggi si fa riferimento all’Outer Space Treaty, datato 1967, che rappresenta l’unica base di diritto spaziale ma che riguarda esclusivamente l’attività degli Stati. I privati, quindi, non vengono considerati.
Tra interessanti possibilità ed evidenti problemi si potrebbe andare avanti ancora e ancora creando un elenco piuttosto lungo. Ci sono addirittura quelle domande di natura pratica più vicine alla vita reale. Che dire per esempio del design di interni? E quale sarebbe l’abbigliamento adatto per affrontare al meglio la giungla spaziale? Meglio l’appartamento o la casa indipendente? Vista luna o vista terra? Magari la si prende con doppia esposizione.
Tra utopia, divertimento e cose serie ce n’è per tutti i gusti. E proprio con questi presupposti, presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna, il 18 e 19 maggio, si troveranno ricercatori da diverse università del mondo per provare a rispondere a tutte queste domande, formulando nuove ipotesi e sollevando nuovi dubbi.
Il titolo del secondo congresso di Space Renaissance Italia sarà “Officine orbitali, primo livello di espansione nello spazio”. Potete partecipare previa registrazione. Sul sito dell’associazione trovate il programma dei due giorni, le indicazioni su come iscriversi ed altri approfondimenti.
Qui invece, a partire dal minuto 10:05, gli interventi di Guglielmo Aglietti (dell’università del Surrey), Adriano Autino (presidente e fondatore di Space Renaissance International) e Leopoldo Benacchio (dell’università di Padova) ai microfoni di Radio Popolare.