Lega e 5 Stelle litigano ancora su chi dovrebbe fare il presidente del Consiglio nel governo gialloverde di cui stanno trattando la formazione.
La notte è trascorsa con un ulteriore incontro a Milano tra Salvini e Di Maio ma c’è stato un ulteriore nulla di fatto.
Nel frattempo, i due avevano chiamato il Quirinale. Salvini nella serata di ieri lo aveva annunciato come se fosse la dimostrazione della svolta. In realtà, era stato Mattarella a dare ai due leader la scadenza della domenica sera. Lega e 5 Stelle hanno chiesto altro tempo, almeno altre 24 ore. E oggi, lunedi, si vedranno ancora, stavolta a Roma, finito il weekend milanese.
Di Maio, nei due giorni milanesi, ha incassato il ‘no’ dell’ex rettore della Bocconi, Guido Tabellini. E il discorso del presidente della Repubblica è stato chiaro: Mattarella vuole un nome di sua piena fiducia, quindi la prospettiva di un ‘tecnico’ evapora.
Chi sono i papabili? Per la Lega rimane in pista il nome di Giancarlo Giorgetti, eminenza grigia del Carroccio, da una vita nei Palazzi romani, si è occupato sempre di finanze pubbliche ed è uomo di relazioni discrete. Ad almeno uno dei due incontri tra Salvini e Di Maio di ieri pomeriggio, poi avrebbe partecipato Vincenzo Spadafora, e potrebbe essere questo il nome proposto dai pentastellati dopo che Di Maio ha dovuto, a fatica, prendere atto che lui non potrà fare il presidente del consiglio (ci sarebbe stato anche un faccia a faccia teso con Davide Casaleggio). Spadafora è definito il ‘responsabile delle relazioni istituzionali‘ di Luigi Di Maio e in passato è stato presidente di Unicef Italia e in seguito Garante per l’infanzia.
Ma tra Lega e 5 Stelle non c’è ancora l’accordo, mentre al Quirinale, dopo gli avvisi pubblici lanciati da Mattarella nel fine settimana -‘il presidente del Consiglio lo nomino io e le leggi le firmo io, e le rimando indietro se non hanno copertura finanziaria’- si attende con impazienza.