“Il sistema politico è diventato proporzionale ma i partiti si comportano ancora come se ci fosse il maggioritario” afferma ai microfoni di Radio Popolare il senatore del Pd Alessandro Alfieri, vicino a Renzi come quasi tutti i rappresentanti del partito democratico a Palazzo Madama.
Anche Renzi si comporta come se ci fosse il maggioritario e, in più, si comporta da forza autonoma dentro al suo partito. Il passaggio più significativo del discorso di ieri in televisione, è stato quello dove ha spiegato di contare su quasi tutti i senatori. ‘Senza di me non si va da nessuna parte‘.
A questo punto la direzione del Pd del 3 maggio non aprirà nemmeno la discussione su un dialogo col Movimento 5 Stelle ma potrebbe diventare il luogo di uno scontro.
Il segretario reggente Maurizio Martina è molto arrabbiato e sul punto di dimettersi ed è comprensibile.
La sua linea è stata sconfessata, fatta a pezzi e ora il suo ruolo politico ha perso qualsiasi capacità di azione autonoma. A meno di una reazione del Pd che appare improbabile al momento. “E’ impossibile guidare un partito in queste condizioni” ha detto Martina.
Sconfitto al referendum costituzionale, sconfitto alle elezioni politiche, dimessosi dalla segreteria, Renzi continua a determinare le sorti del suo partito e non solo perché la maggioranza dei parlamentari sono dalla sua parte. Le maggioranze possono cambiare. La forza di Renzi sta anche nella debolezza dei suoi avversari, i quali soffrono di una crisi di credibilità non inferiore a quella del senatore di Rignano e appaiono incapaci di proporre una vera alternativa forte agli occhi degli iscritti e poi, in prospettiva, degli italiani.