I guai giudiziari inseguono Benjamin Netanyahu da parecchio tempo.
Il premier israeliano è già stato al potere per 12 anni, anche se non ininterrottamente. La domanda in queste ore è se alla fine le ultime inchieste a suo carico, quelle confermate dal rapporto della polizia israeliana, emesso ieri sera, gli costeranno il posto.
Lui dice di no e molti analisti israeliani sono d’accordo con lui.
“In tutti questi anni ho ricevuto forti pressioni – ha detto Netanyahu – ci sono state almeno quindici inchieste a mio carico, tutte con l’obiettivo di farmi cadere. Ma è sempre finito tutto nel nulla. Sarà così anche questa volta”.
Il quotidiano Haaertz fa notare come la reazione di Netanyahu – niente dimissioni – sia l’unica che gli possa garantire la sopravvivenza politica. Da una posizione di potere – scrive Haaretz – sarà più facile resistere, soprattutto in caso di processo. Le prossime elezioni saranno tra circa un anno e mezzo, nel 2019. I membri del governo, seppur con dei distinguo, hanno confermato la loro fiducia al primo ministro. Ma nonostante tutto questo Netanyahu appare più debole e vulnerabile.
Le inchieste delle polizia sono due. La prima riguarda i rapporti del premier israeliano con alcuni magnati, come il produttore cinematografico Arnon Milchan, che in cambio di doni avrebbe ottenuto da Netanyahu una legge che avrebbe regalato l’esenzione fiscale per dieci anni agli israeliani che tornavano a vivere in Israele. La legge non venne mai approvata.
La seconda inchiesta riguarda invece i rapporti tra Netanyahu e il proprietario del quotidiano Yediot Aharonot, Arnon Mozes. Qui lo scambio era una posizione filo-governativa da parte del giornale per l’aiuto dell’esecutivo nel contenere la crescita di un gruppo editoriale rivale di Yediot Aharonot.
La polizia ha chiesto che Netanyahu venga incriminato. La decisione la prenderà il procuratore generale. Potrebbero anche passare dei mesi.
Israele è anche un importante attore in Medio Oriente. Le ultime frizioni con l’Iran in Siria hanno aggiunto un’ulteriore variabile pericolosa. Ma per ora i guai giudiziari del primo ministro non dovrebbero creare problemi ai rapporti tra Israele e gli altri paesi, come Russia e Stati Uniti. Ma se si dovesse arrivare a un processo diverse cancellerie potrebbero dover valutare se il paese – per loro importante per questioni economiche oppure geopolitiche – sia ancora stabile e il suo governo un partner affidabile.