I neofascisti hanno preparato e messo la bomba. Lo Stato sapeva e lasciava fare.
Ci sono voluti 43 anni, un numero di udienze e di processi di cui è anche solo difficile tenere il conto, ma la bomba che a Brescia, in Piazza della Loggia il 28 maggio del 1974 uccise 8 persone e ne ferì oltre 100 ora ha anche una verità giudiziaria.
Arrivata poco dopo le 23 al termine di una giornata massacrante e di attesa nervosa, al termine di 9 ore ininterrotte di udienza e 3 di camera di consiglio, la sentenza della cassazione ha rigettato i ricorsi delle difese del dirigente veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e del confidente dei servizi segreti Maurizio Tramonte, la fonte Tritone, e confermato le condanne all’ergastolo della Corte d’appello di Milano, sostenute da un articolata e dettagliata requisitoria del procuratore generale di Cassazione che già aveva fatto ben sperare.
In aula si sono scontrate due tesi: quella delle difese, secondo cui la sentenza di appello si basava sulle dichiarazioni – inattendibili – di Tramonte e di Carlo Digilio, testimone ormai defunto. Testimonianze certo contraddittorie e più volte ritrattate, ma solo parte di una dettagliata articolazione dei fatti, composta da intercettazioni, documenti scritti, un minuzioso lavoro di indagine che ha con chiarezza ricostruito le riunioni preparatorie della strage, portato alla organizzazione, la costruzione della bomba, il trasporto in piazza. Indizi certo, ma univoci coerenti.
Potete immaginare la commozione e le lacrime, tra i presenti, i familiati, gli avvocati, alcuni degli ispettori del Ros che hanno condotto le indagini, ma anche l’incredulità per aver visto con i propri occhi una strage arrivata a sentenza definitiva. La strage di Brescia è la più politica delle bombe, perché mirata contro nemici politici: la bomba esplose durante una manifestazione antifascista. È una sentenza che dovrà anche far riflettere le istituzioni, perché ne evidenzia il ruolo fondamentale nella strategia stragista. Molto si deve alla giudice del Tribunale di appello di Milano Anna Conforti, che ha scritto quella sentenza: un verdetto che a questo punto si può ben definire storico. Ma anche al lavoro minuzioso dei magistrati bresciani Piantoni e De Martino. E alla testardaggine dei familiari, che davvero mai hanno ceduto in questi anni e che ora, pur con ritardo inaccettabile, ottengono giustizia.
Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.
La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.
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Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone.
Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.
PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 21-01-2025
La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995!
Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani...
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Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro.
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A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.
1) La tregua a Gaza, la guerra in Cisgiordania. Netanyahu annuncia una vasta operazione militare a Jenin “e non finisce qui”, dice il premier israeliano. L’operazione arriva poche ore dopo il cambio della guardia alla Casa Bianca. (Ahamd Odeh da Jenin, Chiara Cruciati - Il Manifesto)
2) L’era Trump è iniziata. Il nuovo presidente statunitense firma una raffica di ordini esecutivi e dichiara lo stato di emergenza al confine sud. Le conseguenze sono già evidenti: lo zar di confine annuncia che i raid contro i migranti partono oggi. (Roberto Festa)
3) I giornali cinesi reagiscono al discorso inaugurale di Trump. Pechino apprezza i torni moderati nei suoi confronti e la decisione su TikTok. (Gabriele Battaglia)
4) Leonard Peltier torna a casa. Joe Biden commuta la pena dell’attivista per i diritti dei nativi americani in carcere da mezzo secolo. (Claudio Agostoni)
5) Spagna, torna il caso Juana Rivas, che ha scatenato un conflitto di competenza tra la magistratura italiana e quella spagnola. (Giulio Maria Piantadosi)
6) Rubrica Sportiva. Denis Law, il re del grande Manchester United (Luca Parena)
quando ritroviamo la preziosa consulenza legale di Norma De Cavillis, chiamiamo il popolo di Poveri ma Belli alla prenotazione di un posto in auditorium per la presentazione del fumetto Piantagioni, la sewra del 23 gennaio e infine dedichiamo un microfono aperto a discriminare l'ascolto attraverso il collocamento sopra o sotto la soglia dello stipendio lordo medio appena comunicato dall'Istat
Rider derubato durante una consegna. Le piattaforme ignorano il problema in aumento
Picchiato e derubato durante una consegna. Un rider di 57 anni, originario del Pakistan, è stato aggredito con calci, pugni e derubato del cellulare in via Preneste, zona San Siro a Milano. Il rider aspettava il cliente per completare una consegna di cibo a domicilio. Gli aggressori, un uomo e una donna seconda la ricostruzione della polizia, si sono allontanati. È il secondo caso in pochi giorni di aggressioni subite a Milano da rider. Un lavoro che presenta dei fattori di rischio su cui le piattaforme digitali non sono interessate a intervenire.
L'intervista ad Andrea Bacchin, della Nidil Cgil di Milano.
Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.
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Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!!
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Oggi a Jack, Matteo Villaci e Piergiorgio Pardo hanno intervistato l'iconica Myss Keta.
La cantante ha presentato “.”, il suo terzo album, uscito il 17 gennaio. La Myss ha spiegato come questo disco rappresenti proprio un Punto di svolta nella sua cariera e nella sua vita. Un album intenso, essenziale e diretto, che affronta temi attuali con ironia e profondità.
Clip - 21-01-2025
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