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“Attacco chimico contro Aleppo”. L’Onu indaga

Almeno un barile bomba con gas tossici sarebbe caduto mercoledì sera sulla parte orientale di Aleppo, controllata dai ribelli. I guerriglieri accusano il regime siriano e parlano di gas al cloro. Ci sarebbero almeno tre vittime e decine di persone finite in ospedale, intossicate. Su internet circolano video di donne e bambini soccorsi con le mascherine per ossigeno (Qui le immagine esclusive girate dalla BBC).

L’Onu ha aperto un’inchiesta. “Se l’attacco chimico fosse confermato, si tratterebbe di un crimine di guerra“, ha detto l’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan De Mistura.

Il distretto di Aleppo colpito è quello di Zabadiya. Il bombadamento sarebbe avvenuto alle 19.30 di mercoledì sera, secondo la Difesa Civile Siriana (White Helmets), un gruppo di volontari che opera nelle zone controllate dai ribelli. I volontari hanno visto un elicottero sganciare un barile sul quartiere. Subito dopo nell’aria si è sentito uno strano odore.

“Una donna è soffocata per i gas tossici insieme alla figlia di dieci anni e al suo bambino di quattro anni”, ha raccontato alla rete televisiva Al Jazeera Khaled Khaled, un volontario del gruppo. I White Helmets dicono di non essere in grado di capire di che gas si tratti.

La notizia è confermata anche da Hamza Khatib, manager dell’Ospedale Al Quds di Aleppo. Khatib ha detto a un fotografo dell’agenzia di stampa Reuters che quattro persone sono arrivate in pronto soccorso uccise da gas tossici e altre 55 sono state soccorse. Il medico sta conservando frammenti dei vestiti delle vittime perché si possa in seguito analizzarli e capire di che sostanza si tratta.

Già alcuni giorni fa i residenti del quartiere Al Qatarji (Est di Aleppo) avevano denunciato il lancio di proiettili al cloro, ma nessuno era rimasto seriamente intossicato. Il giorno stesso c’era stato un attacco al cloro contro la cittadina di Saraqeb, nella provincia di Idlib. Qui 33 persone, fra cui 18 donne e dieci bambini, erano stati portati in ospedale intossicati.

Il regime ha sempre negato di usare armi chimiche. Le forze russe, che appoggiano l’esercito di Assad, accusano i ribelli e l’Isis di essere responsabili di questi attacchi. Gli investigatori dell’Onu accertarono che il regime di Assad usò gas sarin nel 2013 nel Ghouta Orientale, uccidendo almeno 1.429 persone.

All’epoca Bashar Assad – per scongiurare un attacco militare nei suoi confronti – accettò di distruggere l’arsenale chimico siriano sotto la supervisione internazionale. La distruzione è stata ufficialmente completata nel gennaio di quest’anno, ma non si sa se tutte le armi chimiche in possesso del regime siriano siano state effettivamente distrutte.

Intanto 15 degli ultimi 35 medici rimasti ad Aleppo – nella parte controllata dai ribelli – hanno scritto una lettera al presidente degli Stati Uniti Obama, chiedendogli un intervento urgente per fermare il bombardamento degli ospedali nelle zone assediate.

“Non abbiamo bisogno né di lacrime né di preghiere”, scrivono i medici. “Abbiamo disperatamente bisogno di una tregua nella parte orientale da Aleppo per fermare gli attacchi e un’azione internazionale per assicurare che Aleppo non si assediata un’altra volta”. Alcuni degli altri medici non hanno voluto firmare la lettera perché ormai considerano ogni appello internazionale inutile.

  • Autore articolo
    Michela Sechi
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