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Il Salone del Libro “modello Milano”?

Dopo il fuoco incrociato di commenti, intercorsi fra cariche più o meno istituzionali delle due metropoli industriali d’Italia, Torino e Milano, torniamo sulla notizia del divorzio fra l’AIE (Associazione Italiana Editori) e il Salone del Libro di Torino, con l’annuncio di un nuovo progetto di fiera internazionale del libro a Rho-Pero.

Renata Gorgani, direttrice editoriale della casa editrice milanese Il Castoro, ospite ai microfoni della trasmissione Cult di Radio Popolare, riflette su che cosa dovrà essere (o diventare) il nuovo progetto milanese e in che modo sarà diverso dalla trentennale esperienza torinese.

La prima missione, osserva Gorgani, sarà quella di rendere più internazionale la manifestazione, attirando un pubblico di addetti ai lavori (e non) da tutto il mondo; la seconda è quella di dare più spazio anche ad altri filoni editoriali, rispetto a quelli più tradizionalmente rappresentati a Torino; un altro intento, pur essendo la manifestazione ospitata a Rho-Pero, è quello di creare occasioni d’incontro e dibattito in città, anche nelle zone meno centrali e conosciute; il nuovo progetto, inoltre, dovrà tenere conto dell’offerta crescente di festival dedicati al libro, da Mantova a Bookcity, e conquistarsi un pubblico indipendente.

Quanto alla possibilità che a Torino si tenga comunque il Salone, come suggerito dalla sindaca Appendino, Gorgani suggerisce di riparlarne in autunno, a bocce ferme, auspicando che fra le due città possa stabilirsi una collaborazione in vista del nuovo progetto.

E il nome? Il famigerato MIBook sembra, fortunatamente, solo un titolo provvisorio…

Ascolta l’intervista a Renata Gorgani

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    Ira Rubini
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