Il Presidente e l’Amministratore delegato della Rai, Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto, sono stati convocati questo pomeriggio davanti alla Commissione antimafia dopo che ieri sera il servizio pubblico ha trasmesso una intervista con il figlio di Totò Riina.
Salvatore Riina ha potuto fare pubblicità al suo libro, in cui racconta la biografia della sua famiglia, nella tramissione Porta a Porta di Bruno Vespa.
Le critiche sono state molto dure. La presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, ieri ha definito Porta a Porta “il salotto del negazionismo”.
E questa mattina è intervenuta la stessa presidente della Rai, Maggioni, con una presa di distanza da Bruno Vespa: “Sentire quel racconto in cui il figlio non giudica e non condanna il padre è difficile da sopportare“.
Intervistato da Il Demone del tardi, il consigliere di amministrazione della Rai Carlo Freccero attacca Vespa:
“Questo discorso dello share è una gran cazzata”. Non sarebbero quindi gli ascolti la motivazione che ha spinto Vespa a ospitare il figlio di Riina, ma l’ambizione personale e l’idea di sé.
Ascolta l’intervista a Carlo Freccero
“Il problema non è intervistare il figlio di Riina”, afferma il vicepresidente della Commissione antimafia Claudio Fava, figlio di Giuseppe Fava, giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1984. “Il problema è il modo in cui Vespa ha condotto l’intervista”. Domande che non hanno mai messo in difficoltà Salvo Riina. Fava ricorda un esempio storico: il giornalista della Cnn Peter Arnett che nel 1990 intervistò Saddam Hussein mentre l’Iraq occupava il Kuwait e gli Stati Uniti preparavano la guerra. “Quel giorno Arnett tolse per sempre il sorriso dal volto di Saddam”.
Ascolta l’intervista a Claudio Fava