27 maggio 1964.
È primavera, si sente, i prati sono tutti in fiore, si vedono le api, ci sono gli uccellini, sono tornate le rondini. Sulle colline ci sono le balle di fieno, ci sono due contadini, mucche sono al pascolo (suoni) e sullo sfondo… un motore, in difficoltà, fa fatica, arranca, fuori si vedono le api… è primavera… e dietro?
Un altro motore, con un uomo al volante, occhiali a specchio, fuma. Fuori ci sono le mucche al pascolo (suoni) è primavera e dietro?
Un altro motore, una spider, con a bordo una coppia di coniugi, il marito indossa uno scialle, lei si sistema i capelli guardandosi allo specchietto, l’aria è fresca… è primavera… sono tornate le rondini… e dietro?
Un Pullman, guidato da un uomo tarchiato con occhiali a fondo di bottiglia, dai finestrini entra una farfalla che riesce… è primavera… e dietro?
Un sidecar, guidato da un reduce della I Guerra Mondiale, con casco in pelle che ciabatta sulle orecchie e coniuge a carico con occhialoni e capelli a vento… sorride… è primavera e dietro?
È un pullmino novecento sei posti, con sei persone a bordo entusiaste… è primavera e dietro? Un altro pullman, scattante e dietro?
Una seicento e dietro?
Un motociclista con una sciarpa lunghissima che sventola.
27 maggio 1964 un serpentone metallico attraversa la città di Vienna.
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È questo l’incipit di Picchi, spettacolo teatrale a cura dell’attore Michele Crestacci dedicato alla leggendaria figura del calciatore scomparso 44 anni. Armando Picchi è Livorno ed è l’Inter, la squadra di cui è stato il capitano e con cui ha vinto tutto negli anni Sessanta.
Con queste parole inizierà il monologo di Crestacci che Radio Popolare vi propone giovedì 17 dicembre dalle 20.30 all’Auditorium Demetrio Stratos. Sarà una lunga serata tutta dedicata a Picchi e a Livorno, durante la quale sarà anche proiettato in anteprima il videoclip Gabbia di Matti di Luca Falorni.
L’ingresso è gratuito, tutte le informazioni si trovano qui.