2 giugno, festa della Repubblica.
Siamo al 70esimo anniversario di quella data storica del 1946, il referendum monarchia-repubblica, la vittoria dei sì per la repubblica. E poi, sempre quel 2 giugno, il primo voto per le donne italiane. E infine in quella giornata si votò anche per eleggere i 556 membri dell’Assemblea Costituente.
A 70 anni di distanza, fatta la repubblica con quel voto, possiamo dire che sono stati fatti anche i “repubblicani”, i cittadini con il loro spirito pubblico repubblicano?
A Memos abbiamo ospitato due storici: Piero Bevilacqua (dell’università “La Sapienza” di Roma) e Guido Crainz (dell’università di Teramo).
«Io darei una risposta positiva a questa domanda», dice il professor Bevilacqua. «Diciamo la verità – prosegue – in questi anni c’è stata una profonda laicizzazione dei cittadini italiani. Uso questa espressione “laicizzazione” perché la figura del re è stata per secoli una figura religiosa. Nei confronti del re c’era un rispetto religioso da parte dei sudditi. Il re non era eletto, il potere monarchico si trasmetteva di padre in figlio come un’eredità sacrale. Con la repubblica il capo dello Stato viene eletto periodicamente dai cittadini e il potere assume una connotazione laica che prima non possedeva. Il potere assoluto monarchico, invece, era patrimonio di una famiglia».
Lo storico Guido Crainz, invece, pone una questione un po’ diversa. Siamo diventati realmente una repubblica? «Sì, lo siamo diventati», sostiene Crainz. «L’Italia uscita dalla guerra – aggiunge – è protagonista di un grande sviluppo e di grandi ampliamenti civili. E’ diventata una repubblica. Ma la repubblica non è mai una conquista definitiva. Vale per la repubblica ciò che Ernest Renan diceva per la nazione: è un plebiscito quotidiano, che va rinnovato ogni giorno. Ecco, ho l’impressione – conclude Crainz – che sia parecchio tempo che non rinnoviamo questo plebiscito. Penso che sia urgente farlo».
Sull’argomento Guido Crainz ha pubblicato di recente un libro dal titolo: “Storia della Repubblica. L’Italia dalla Liberazione ad oggi” (Donzelli, 2016).
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