Il 7 agosto del 1960 la Costa d’Avorio è il terzo dei sette paesi africani che diventano indipendenti nel mese più affollato di proclamazioni di indipendenza dell’anno spartiacque della decolonizzazione africana.
La Costa d’Avorio arriva all’appuntamento con un inno nazionale che è stato scelto attraverso un concorso che si è svolto nei mesi precedenti: la capitale del nuovo stato indipendente è Abidjan, e l’inno si intitola L’Abidjanaise.
Lo hanno composto due sacerdoti cattolici ivoriani, Pierre-Michel Pango per la musica, e Pierre-Marie Coty per le parole. A insistere per la partecipazione al concorso di Pango è lo stesso Félix Houphouët-Boigny, che dal ’59 in vista dell’indipendenza è primo ministro della Costa d’Avorio e sarà poi il presidente-padrone del paese: nel ’59 Houphouët-Boigny ha assistito ad una messa in cui Pango dirigeva la corale ed è rimasto colpito dal talento del giovane abate.
L’Abidjanaise è rimasta inno nazionale della Costa d’Avorio anche dopo il trasferimento nel 1983 della capitale a Yamoussoukro. L’Abidjanaise è stata invece messa in discussione fra il 2007 e il 2009 sotto la presidenza di Laurent Gbagbo, con l’idea di sostituirla con un altro inno, composto dopo l’inizio della guerra civile che ha lacerato il Paese.
Tornando al ’60, a caldo la Costa d’Avorio ha anche una canzone, popolarissima, che festeggia l’indipendenza, e che si intitola appunto Indépendance: a creare il brioso brano è la coppia della cantante Allah Thérèse e del marito N’Goran La Loi che la accompagna alla fisarmonica: lei diventerà la cantante prediletta di Houphouët-Boigny, seguendolo anche nei suoi viaggi all’estero e celebrando con canzoni ad hoc i più importanti atti politici del presidente. Icone della musica neo-tradizionale ivoriana, lei e il marito avevano iniziato nel ’56 e hanno continuato a fare coppia nell’arte e nella vita fino alla morte di lui nel 2018: Allah Thérèse è mancata nel gennaio di quest’anno.
Anche un’altra canzone intitolata Indépendance è stata un grande successo in Costa d’Avorio, lanciata da Dapley Stone nel 1982, e dedicata – neanche dirlo – a Houphouët-Boigny, che ricambiò il giovane cantante con una borsa per andare a studiare musica in Francia. Dapley Stone è mancato nel 2014.
E’ interessante notare come per tre decenni dopo l’indipendenza il grande problema della musica ivoriana sia stato quello di avere delle figure rappresentative a livello nazionale solo sulla base di una investitura dall’alto e in particolare da parte di Houphouët-Boigny, come nei casi di Allah Thérèse e di Dapley Stone: gli altri protagonisti della scena musicale rimanevano confinati all’interno di una dimensione locale e del pubblico di una sola delle comunità del complicato mosaico etnico della Costa d’Avorio.
È solo tre decenni dopo l’indipendenza, negli anni novanta, che il genere zouglou e il successo anche internazionale del gruppo Magic System riescono finalmente a creare una musica ivoriana con una dimensione nazionale, in cui si identifica un pubblico trasversale rispetto alle etnie e alle appartenenze regionali.