Da oggi Polizia e Carabinieri avranno a disposizione una nuova arma: parte infatti in 6 città italiane sperimentazione del taser in Italia, la pistola che rilascia una forte scarica elettrica in grado di immobilizzare le persone che ricevono la scossa.
L’uso del taser in Italia era stato introdotto nel 2014 con un emendamento alla legge sulla sicurezza negli stadi, ma le linee guida per il suo utilizzo non erano state ancora chiarite. Oggi, dopo una trattativa coi sindacati di polizia, si parte quindi con la sperimentazione a Milano, Brindisi, Caserta, Catania, Padova e Reggio Emilia.
Il taser è uno strumento estremamente pericoloso che può avere effetti anche letali. Secondo le stime di Amnesty International negli Stati Uniti le vittime sono in media alcune decine l’anno, senza contare chi subisce danni permanenti dopo aver ricevuto la scossa.
Nel corso degli anni sono arrivati avvertimenti sull’uso del taser da numerose organizzazioni per i diritti umani e anche l’ONU nel 2007 l’ha giudicata un’arma di tortura. Secondo Amnesty l’uso del taser in situazioni in cui non c’è una minaccia diretta a vite umane costituisce una violazione del divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti. L’esperienza indica infatti che gli agenti la usano con troppa facilità rispetto ad altre opzioni.
Ce ne parla oggi Riccardo Noury, portavoce di Amnesty in Italia:
“Amnesty International ha analizzato l’uso del taser negli Stati Uniti e in Canada ed è arrivato alla conclusione che queste armi cosiddette non letali hanno un rischio di essere letali molto elevato. E questo pone un problema di formazione, pone la necessità di far sapere quanto sono pericolose se utilizzate nei confronti di persone che hanno alcuni problemi di salute. Il numero delle vittime negli Stati Uniti è di centinaia e centinaia”.
Dove nasce il problema?
“Ci sono tantissimi casi in cui vengono usate al termine di un inseguimento e dunque quando la persona che viene colpita è in condizioni di stress. Possono essere utilizzate, proprio perché apparentemente non letali, in maniera abusiva, con troppa facilità e con superficialità, quando non è necessario, perché quello che fanno è incapacitare temporaneamente una persona.
Il problema è che non sai chi hai di fronte. Quando non sai chi hai di fronte e usi un’arma come quella rischi di fare un danno molto elevato”.