E’ una vigilia importante per tutti coloro che in questo Paese si battono per i diritti civili e per la libertà di scelta individuale in tutti i campi della vita, morte compresa. Domani si terrà a Milano l’ultima udienza del processo a Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni, che si è autodenunciato per avere accompagnato a morire in Svizzera Fabiano Antoniani, dj Fabo. Dopo un incidente Antoniani era rimasto paralizzato, cieco e costretto a nutrirsi con un sondino.
Domani potrebbe arrivare, anzi con ogni probabilità arriverà, la sentenza. Marco Cappato è accusato formalmente di istigazione o aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale). Ha fatto un certo clamore la richiesta di assoluzione pronunciata dal pubblico ministero Tiziana Siciliano, “perché il fatto non sussiste”, poiché Cappato non ha avuto ruolo nella fase esecutiva del suicidio e non ha rafforzato la sua volontà di morire. La pm nella sua requisitoria aveva poi aggiunto parole molto significative: “Il nostro compito, quello del pubblico ministero, continua a essere quello di rappresentanza dello Stato. In altri ordinamenti, pur civilissimi, il pubblico ministero è l’avvocato dell’accusa. Non da noi: io mi rifiuto di essere l’avvocato dell’accusa. Io rappresento lo Stato, e lo Stato è anche l’imputato Cappato”.
Marco Cappato è stato ospite della trasmissione AgitPop. Con lui abbiamo parlato di cosa si aspetta dalla giornata di mercoledì, dai giudici, e anche del piccolo passettino che in Italia si è fatto in direzione della libertà di scelta, e cioè la legge sul biotestamento, entrata da poco in vigore. Da mercoledì 31 gennaio, infatti, tutti i cittadini italiani maggiorenni in grado di intendere e di volere possono depositare le proprie dichiarazioni anticipate di trattamento, cioè segnalare a quali trattamenti sanitari accettano di essere sottoposti nel caso di una futura incapacità di autodeterminarsi e segnalare anche un fiduciario che si occupi di fare valere queste volontà. Le disposizioni anticipate di trattamento, dice la legge, si possono depositare presso gli uffici di stato civile del proprio Comune di residenza oppure presso le strutture sanitarie nelle regioni che ne hanno già regolamentato la raccolta.
Ascolta qui l’intervista a Marco Cappato