Lo scontro tra Spagna e Catalogna è antico di secoli.
Fino a pochi anni fa sembrava che le parti potessero convivere sotto lo stesso tetto. Oggi non è più così.
Barcellona continua a dire che il primo ottobre ci sarà una consultazione popolare sull’indipendenza. Tre anni fa in una situazione simile – la contrarietà di Madrid – le autorità catalane trasformarono il referendum in una consultazione “non vincolante”. Adesso dicono che in caso di vittoria verrà dichiarata subito l’indipendenza.
La vittoria non è certa. Diversi sondaggi – alcuni anche interni al governo catalano e non resi pubblici – dicono che gli indipendentisti potrebbero non raggiungere il 50%.
Ma la vera domanda è se si arriverà sul serio a un referendum. Il partito socialista spagnolo, all’opposizione a Madrid, sta cercando di spingere il governo Rajoy a trattare. In sostanza a offrire una complessiva riforma della costituzione, che preveda uno stato federale. A Barcellona molti rispondono che ormai è troppo tardi. In effetti nel 2010 il Tribunale Costituzionale Spagnolo annullò il nuovo statuto di autonomia della Catalogna, mostrando la totale chiusura di Madrid a qualsiasi cambiamento dell’assetto statale.
Muro contro muro. Difficile fare previsioni. A oggi il referendum ci sarà.
In quali condizioni e con quali risultati nessuno lo sa.