Le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto sul Sud Sudan. Tra gli altri dati drammatici, denuncia almeno due milioni di bambini profughi e rifugiati.
In Sud Sudan è in corso una guerra civile scoppiata solo due anni dopo il referendum con il quale il Paese otteneva l’indipendenza dal Nord dopo una lunghissima guerra civile.
Oggi, visti i numeri diffusi dall’Onu, i responsabili di questo conflitto dovrebbero essere inquisiti dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. Non lo sono perché in gioco ci sono ingenti risorse: i ricchi giacimenti petroliferi e l’utilizzo della preziosa acqua del fiume Nilo.
Il risultato di tutto questo è drammatico: milioni di profughi, di rifugiati e di sfollati interni, almeno diecimila morti, secondo una stima realizzata assolutamente per difetto, migliaia di bambini reclutati per la guerra, una economia praticamente azzerata, margini per un compromesso quasi nulli e dunque un conflitto che a breve non ha prospettive di essere fermato.
Quella del Sud Sudan è una crisi totale, indubbiamente la più grave catastrofe umanitaria del Pianeta.
Sono saltati almeno una ventina di accordi di cessate il fuoco segno che i due rivali – il presidente Salva Kiir, e il suo nemico ed ex vicepresidente Riek Maciar – non hanno nessuna intenzione di cedere. Per entrambi è una lotta di potere e per entrambi il potere è totale o non è, non contempla una divisione dei poteri.
Entrambi hanno trasformato questo conflitto in una guerra etnica, Salva Kiir ha armato i suoi Dinka e Riek Maciar i suoi Nuer. Dinka e Nuer sono le principali etnie del Paese e avere innescato la guerra etnica equivale all’uso di armi di distruzione di massa: le divisioni e l’odio tra Dinka e Nuer continueranno infatti a produrre violenze anche quando (se mai accadrà) la guerra terminerà.
Insomma, purtroppo, le cifre di bambini travolti dalla guerra diffuse dagli ultimi rapporti Onu rischiano di essere cifre intermedie di una catastrofe che non potrà che diventare sempre più grave.