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Il paradosso dei rifiuti di Roma

Pd contro 5 stelle, l’ex amministratore delegato di Ama contro la nuova assessora ai rifiuti. Il cambio di amministrazione nella capitale ha riaperto subito lo scontro su quello che è uno dei problemi endemici della capitale: lo smaltimento dei rifiuti.

Uno dei temi più complessi della modernità, diventato materia strumentale di scontro politico. Con un paradosso: tutti a Roma sembrano essere d’accordo sulle soluzioni, ma sono le responsabilità che hanno portato a questa situazione a far discutere. Una situazione intricata dove è difficile capire dove si fermi il merito,e dove inizi la strumentalizzazione.

Di certo ci sono le due inchieste sull’azienda che deve gestire i rifiuti in città, l’Ama. Il suo ex amministratore delegato Fortini – quindi il numero uno dell’azienda, il suo principale responsabile – dimissionario, e la nuova assessora all’ambiente scelta dai 5 stelle, Paola Muraro, sotto accusa per conflitto di interessi proprio per i 12 anni passati da consulente di Ama.

Tutto nella delicatissima fase dello storico passaggio di poteri nel Comune di Roma, a cui a giorni seguirà anche il rinnovo dei vertici operativi di Ama. “Non c’è dubbio che aver messo Roma sotto i riflettori della politica nazionale abbia deformato la lettura di questa situazione, che è a basso livello di criticità, anche se le criticità ci sono”, osserva Enzo Favoino, uno dei principali esperti di rifiuti in italia: responsabile del centro di ricerca “rifiuti zero” e consulente della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti.

Le fotografie dei rifiuti che appaiono e scompaiono dai giornali, i cumuli nelle strade di alcuni quartieri. “Certo, un’emergenza può scoppiare, ma a Roma c’è da sempre un’emergenza endemica, un sistema precario che va trasformato, senza dubbio: siamo proprio in una fase di cambiamento, dopo la chiusura della discarica di Malagrotta – prosegue Favoino – ma è qui che arriva il paradosso: sul medio e lungo termine c’è una convergenza di vedute, si litiga su cosa fare nell’immediato e sulle relative responsabilità che hanno portato a questa situazione”.

Favoino spiega che la strada iniziò a tracciarla proprio il sindaco del Partito democratico Ignazio Marino – prima che il suo stesso partito ne interrompesse il percorso: raccolta differenziata, riciclo, compostaggio, massimizzazione dei benefici economici delle gestione dei materiali, seguendo il quadro di riferimento europeo. Una strategia che il Movimento 5 stelle, che ha sempre fatto del “rifiuto zero” una delle principali linee di programma, ha confermato.

Tutti apparentemente d’accordo sul merito dunque, eppure prevale lo scontro politico: “Non si può non leggere nell’ottica della politica nazionale ciò che sta succedendo”, prosegue Favoino. “Paola Muraro è persona dalle indubbie competenze, che nessuno, neppure lo stesso Fortini, ha mai smentito. Ma nella politica nazionale si va alla guerra, e il passato di Muraro e i suoi rapporti con Ama vengono utilizzati più o meno strumentalmente per attaccarla, dicendole: non puoi accusarci tu di inefficienza quando sei stata parte della macchina”.

La conclusione di Favoino è amara: “Non voglio entrare in retroscena che non conosco, ma non c’è dubbio che le strategie mediatiche stiano prevalendo du quelle tecniche. E questo è un peccato”.

Ascolta qui l’intervista a Enzo Favoino

FAVOINO

  • Autore articolo
    Massimo Alberti
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    Il femminicida non è un malato, ma un figlio sano del patriarcato, cresciuto in una cultura che considera la donna un essere inferiore. Da proteggere, sminuire, controllare, e nei casi più estremi, da picchiare o uccidere. In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, spesso per mano di chi dovrebbe amarla. E oltre agli omicidi, un sommerso di violenze – dal catcalling alla violenza psicologica – pesa sulle donne, mentre la società si interroga troppo poco sulle sue responsabilità. Da questa riflessione nasce il progetto ideato dal Teatro Carcano, scritto da otto autori uomini e interpretato da Alessio Boni e Omar Pedrini, un viaggio nella mente del carnefice per analizzare il retaggio culturale che alimenta la violenza di genere. Inaugurato il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo spettacolo è un atto di autocoscienza collettiva che punta a smantellare le radici patriarcali della nostra cultura. Ospite a Cult, Alessio Boni ne ha parlato con Ira Rubini.

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