Era il 1972 quando nasceva Ziggy Stardust, personaggio immaginario creato da David Bowie e titolo di un brano del magnifico disco, spartiacque per la musica glam rock The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars. A tre anni dall’album Space Oddity nato sulla spinta dello sbarco sulla Luna e sulla scia del film di Stanley Kubrik 2001 Odissea nello Spazio (1968), Ziggy è l’inviato dello spazio, un misto di ribellione e adolescenza con un’identità aliena, multisessuale e aggressiva.
Ziggy è la sintesi di un’epoca, risultato della fusione delle avanguardie di fine anni ’60, tra cultura camp, melodramma, teatro kabuki, gli occhi di Malcolm McDowell in Arancia Meccanica e che il saggista e drammaturgo Luca Scarlini sintetizza nel suo libro Ziggy Stardust. La vera natura dei sogni (Add Editore).
Ziggy è magrissimo, ha i capelli rosso fiamma, ha un cerchio d’oro dipinto sulla fronte come una divinità egizia, le unghie delle mani sono smalatate, un orecchino con una pietra luccicante, un bracciaeltto alla schiava, le zeppe d’oro con un disegno di palme; indossa un miniabito con un disegno di conigli volanti, dice di essere in comunicazione con lo spazio.
“Questo libro è nato da una passione, ma anche dal fatto che ho vissuto nove anni a Londra lavorando in teatro e in Inghilterra Ziggy Stardust non è una materia pop – spiega Scarlini – ci si fanno le tesi di dottorato in Università; ho studiato molto e ho parlato con molti testimoni”.
Ascolta l’intervista a Luca Scarlini