A Milano mancano ormai tre mesi al voto per il sindaco.
Il panorama della candidature va lentamente – dove più, dove meno – completandosi.
Il nome di Patrizia Bedori, candidata per il Movimento 5 Stelle, di certo è stato uno dei primi a essere ufficializzato, ormai mesi fa, quando altri schieramenti ancora si dimenavano nei propri dilemmi interni: il centrosinistra sull’opportunità o meno di tenere le primarie, il centrodestra addirittura sulla propria esistenza in vita.
Un “tempismo” che ad oggi, tuttavia, non sembra aver raccolto i frutti che sperava. Ad accompagnare la candidatura di Bedori, finora, la costante necessità di scrollarsi di dosso alcune velenose perplessità dispensate a piene mani da avversari, amici o vertici stessi del Movimento: sull’esiguità delle preferenze ricevute durante le “primarie” interne al M5S per la designazione del nome (74 voti) o sul profilo defilato – secondo alcuni troppo basso – tenuto in questi primi mesi di campagna. Sobrietà o debolezza? Perplessità che hanno pesato.
Patrizia Bedori, la mattina del 26 febbraio, è stata per un’ora negli studi di Radio Popolare. Rispondendo, durante il Microfono aperto, alle domande degli ascoltatori (a fine articolo l’audio integrale della trasmissione).
La fioritura, a cui si è assistito, di candidati “manager” per Milano (Beppe Sala per il centrosinistra, Stefano Parisi per il centrodestra, Corrado Passera in proprio) è l’occasione per provare a distinguersi. “La mia è l’unica candidatura politica a Milano, gli altri non sono stati capaci” spiega Bedori.
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La conversazione con la candidata sindaco parte necessariamente dalla cronaca di queste ore: il voto di fiducia in Senato sulle unioni civili, il piano presentato da Matteo Renzi per il dopo Expo, la legge lombarda “anti-moschee” bocciata dalla Corte Costituzionale. Bedori spiega perché “non voterebbe la fiducia posta dal Governo sul ddl Cirinnà”, spiega le sue critiche sul dopo Expo, spiega la sua idea sui luoghi di culto.
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Periferie, problema abitativo, case popolari. Sono stati questi, finora, il centro del dibattito elettorale a Milano. Sia durante le primarie del centrosinistra, sia nelle prime uscite del candidato del centrodestra, è circolata più di una proposta. L’occasione per confrontarsi, rispondere e affrontare il tema è la domanda diretta di un ascoltatore: “Come pensa di muoversi circa le occupazioni abusive per necessità?”
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Il verde e il consumo di suolo. Il tema torna più volte nel corso della trasmissione. A proposito delle idee generali sulla politica urbanistica o in riferimento a temi specifici, a partire dal problema degli scali ferroviari.
Ascolta patrizia Bedori
Milano antifascista. La domanda è diretta e ripetuta, da parte degli ascoltatori e nei loro sms. Qual è la sua posizione circa l’antifascismo? Chiedono di sapere il punto di vista della candidata e la sua posizione rispetto ad alcuni toni usati, nel tempo, dai vertici del M5S.
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Il metodo di governo della città. Patrizia Bedori ha un “modello” di riferimento: Barcellona e la sua sindaco Ada Colau.
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