Approfondimenti

Il prezzo delle unioni civili

Sono tanti gli elementi che fanno della legge italiana sulle unioni civili una cattiva legge.

Primo: è arrivata con grave ritardo e solo dopo che l’Italia è stata condannata (il 21 luglio 2015) dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo per discriminazione nei confronti delle coppie omosessuali. La dimostrazione che per il parlamento la legge non è mai stata una priorità. È solo una toppa per rimediare a una figuraccia a livello internazionale. Purtroppo è una toppa peggiore del buco. L’Italia, ultima a essere rimasta nell’Unione europea senza una legge, ora è il Paese con la legge più arretrata.

Secondo: è una legge che distingue, non che equipara. C’è stata un’aspra battaglia in parlamento per eliminare le possibili somiglianze tra il matrimonio (prerogativa degli eterosessuali) e le unioni civili (riserva dedicata agli omosessuali). In maniera a volte comica, come quando si è tenuto a precisare che l’obbligo della fedeltà sia esclusiva eterosessuale, si sono voluti creare due sistemi di riconoscimento diversi. In sostanza, diritti di serie A e diritti di serie B.

Terzo: si è esclusa l’adozione del figlio del partner. È la discriminazione più grave. Stralciando dalla legge il provvedimento (che già esiste dal 1983 per gli etero), si puniscono in sostanza gli omosessuali che hanno avuto figli. Si puniscono negando diritti ai bambini, cosa davvero crudele. Oltretutto affermando che lo si fa proprio per tutelare i bambini, per proteggerli. Per proteggerli da chi? Dalle loro mamme e dai loro papà, dalle persone che più amano? Un’ipocrisia che sottende l’odio verso le persone omosessuali, in maniera per nulla velata.

A livello simbolico, è come se si dicesse a gay, lesbiche e trans che non hanno diritto di procreare. Ma avere dei figli è un fondamento umano, che nessun governo può restringere senza violare i diritti umani. Infatti il parlamento, prima con l’assenza di norme e ora con questa cattiva legge, non ha potuto impedire e non impedirà in futuro che gay, lesbiche e trans abbiano figli, semplicemente renderà più difficile la vita dei bambini e dei loro genitori.

Rendere più difficile la vita degli omosessuali, distinguere la loro posizione dagli eterosessuali (in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione) salvo poi dire che “la società non è pronta”, e che per questo bisogna procedere per gradi. È stata questa la retorica che ha portato a questa cattiva legge e che non fa che perpetuare le differenze nella società, mettendole nero su bianco sotto forma di “status” diversi.

Il prezzo di questa cattiva legge è altissimo. Si paga in termini di arretramento culturale. Un arretramento direttamente legato alla violenza della propaganda politica.

A differenza di quanto dicono i politici, la società è molto più accogliente e preparata del parlamento. Lo raccontano le tante manifestazioni che hanno riempito le piazze italiane a sostegno dei diritti Lgbt, lo dice la maggiore visibilità delle persone omosessuali, lo raccontano le storie, in larga parte positive, delle famiglie omogenitoriali.

Gli omosessuali negli ultimi anni sono molto più visibili, grazie anche a cultura, cinema, musica, e coming out di personaggi conosciuti. Essere gay o lesbica non è più uno stigma, soprattutto tra i giovani. Per la politica, invece, sì. Lo dimostra la violenza che si è consumata in parlamento, nei talk show, sui social network.

Una violenza verbale e simbolica sorretta dalla creazione di concetti falsi, oscuri. Dall’ideazione di pericolosi nemici invisibili. Nemici della famiglia, della natura, della tradizione. Nemici di concetti astratti, non delle persone vere.

Così la stepchild adoption, misteriosa nozione declinata in inglese, è stata spiegata come l’apertura a un’altra “violenta e immorale” pratica, l’utero in affitto. E inutile è stato ripetere che la gestazione per altri è vietata in Italia e che il ddl Cirinnà non lo prevede.

Inutile spiegare che la gestazione per altri è legale in altri Paesi, molto più evoluti dal punto di vista dei diritti, utilizzata in gran parte da coppie eterosessuali, e normata in maniera da evitare lo sfruttamento. “L’utero in affitto” è diventato il nemico da combattere, quando non c’entrava nulla con la timida apertura di diritti cui si stava lavorando in Italia.

Come non è stato possibile spiegare il senso della stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner. Si tratta del semplice riconoscimento legale di diritti a chi è già genitore di fatto. Si potrebbe definire “l’adozione di un figlio che è già tuo”, di un bambino che è cresciuto chiamandoti mamma (o papà).

Tutta la violenza a cui abbiamo assistito, per l’approvazione di una legge mediocre e discriminatoria, rischia di riportare indietro il cammino fatto dalle persone in questi anni. Di instillare nuove paure in chi è ignorante, ovvero ignora nel senso letterale del termine, cioè non conosce persone omosessuali o famiglie omogenitoriali. Di rianimare l’omofobia che ormai era circoscritta ad alcune sacche reazionarie della società. Di rinfocolare il pregiudizio, il cui nemico principale è la condanna sociale.

Avremmo dovuto assistere a discorsi chiari, coraggiosi, di esplicito rigetto dell’omofobia da parte dei rappresentanti delle istituzioni. Avremmo dovuto ascoltare parlamentari orgogliosi di introdurre princìpi di inclusione e sviluppo, con l’ambizione di lavorare per il futuro. Invece ci hanno offerto un indecente spettacolo di arretratezza e sessismo.

I danni dell’omofobia sono reali, dolorosi. L’omofobia fa vittime vere. Vittime di pestaggi, emarginazione, mobbing, bullismo. Il prezzo che il Paese rischia di pagare per il travaglio che ha portato a questa cattiva legge è troppo alto.

  • Autore articolo
    Chiara Ronzani
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 08/04 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 08-04-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 08/04 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 08-04-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 08/04/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 08-04-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 08/04/2025 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 08-04-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 09/04/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 08-04-2025

  • PlayStop

    Avenida Brasil di martedì 08/04/2025

    La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995! Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani... Ogni martedì dalle 23.00 alle 24.00, a cura di Monica Paes. Potrete anche, come sempre, scaricare i podcast e sentirla quando e quante volte volete... https://www.facebook.com/groups/avenidabrasil.radio/ https://www.facebook.com/avenidabrasil.radio/

    Avenida Brasil - 08-04-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 08/04/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 08-04-2025

  • PlayStop

    Delorean di martedì 08/04/2025

    Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

    Delorean - 08-04-2025

  • PlayStop

    Tutti in classe di martedì 08/04/2025

    a cura di Alex Corlazzoli e Lara Pipitone

    Tutti in classe - 08-04-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 08/04/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 08-04-2025

  • PlayStop

    Giulia Cecchettin, le motivazioni dell'ergastolo a Filippo Turetta

    Le settantacinque coltellate inferte a Giulia Cecchettin sono state dovute all’inesperienza e non alla volontà di provocare sofferenze inutili: per questo motivo i giudici che hanno condannato all’ergastolo Filippo Turetta non gli hanno contestato l’aggravante della crudeltà. Oggi pomeriggio sono state pubblicate le motivazioni della sentenza sul femminicidio di Giulia Cecchettin. Quanto allo stalking, l'altra aggravante non riconosciuta, i giudici hanno spiegato che la condotta di Turetta, pur innegabilmente persecutoria, è durata solo per un tempo circoscritto al periodo in cui la relazione finì. Abbiamo chiesto un commento a Francesca Garisto, Responsabile del gruppo avvocate della Associazione Casa delle Donne Maltrattate di Milano.

    Clip - 08-04-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 08/04/2025

    1) “Gaza è un campo di sterminio”. Il segretario generale dell’Onu Guterres accusa Israele per il blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari, mentre Macron vola al confine con la striscia. (Francesco Giorgini) 2) L’Unione Europea guarda alla Cina per rispondere ai Dazi di Trump. Il premier spagnolo Pedro Sanchez inizia il suo viaggio a Pechino, mentre il suo governo approva il piano di protezione per aziende e lavoratori. (Giulio Maria Piantadosi) 3) Stati Uniti, la Corte Suprema dà ragione all’amministrazione Trump sulle deportazioni dei migranti venezuelani. Ma solo per il momento. (Roberto Festa) 4) Record di esecuzioni nel mondo. Secondo l’ultimo rapporto sulla pena di morte di Amnesty International, il numero di esecuzioni a livello globale ha raggiunto nel 2024 il livello più alto degli ultimi 12 anni. (Alba Bonetti - Amnesty International Italia) 5) Lo stato francese alla sbarra. Un collettivo di 14 cittadini e tre Ong fa causa al governo per inazione climatica. (Luisa Nannipieri) 6) Rubrica Sportiva. “Cartellino rosso a Israele”. La campagna partita dalla Scozia che ha fatto il giro del mondo per chiedere alla fifa di escludere Israele dalle competizioni internazionali. (Luca Parena)

    Esteri - 08-04-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 08/04/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 08-04-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di martedì 08/04/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 08-04-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 08/04/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 08-04-2025

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Giulia Mei

    Dall'ultima volta che Giulia Mei è stata ospite di Jack, benché non sia passato molto tempo, sono successe diverse cose importanti. La sua canzone "Bandiera" è diventata un manifesto, risuonando in piazze a rivendicazione dei diritti delle donne, ed è uscito "Io Della Musica non ci ho Capito Niente", il suo nuovo disco, di cui ha parlato oggi con Matteo Villaci, sempre a Jack, regalando anche due brani piano voce.

    Clip - 08-04-2025

  • PlayStop

    Iara Meloni presenta il libro "Nella provincia selvaggia"

    È vero che in Emilia-Romagna nel dopoguerra si è consumata una resa dei conti sanguinaria e indiscriminata? A questa domanda risponde Nella provincia selvaggia - Giustizia, vendetta e memoria nel “triangolo rosso” della storica della Resistenza Iara Meloni, protagonista della serata di mercoledì 9 aprile all’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare. Riascolta l'intervista di Ira Rubini nella puntata di Cult dell'8 aprile.

    Clip - 08-04-2025

Adesso in diretta