Una legge per chi è letteralmente senza cittadinanza. La chiede il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), lanciando una campagna per i diritti degli apolidi: persone senza una nazionalità riconosciuta, che in Italia sono stimate in circa 15mila. Il loro problema di identità se ne porta dietro molti altri, dalla difficoltà a ottenere cure mediche a quella a iscrivere i figli a scuola.
“Le cause per cui ci si trova in questa condizione sono moltissime”, dice Valeria Carlini dall’ufficio stampa del Consiglio italiano per i rifugiati. “Penso al Tibet, un Paese non riconosciuto; penso ad alcune persone che arrivano da Eritrea, Etiopia e Sudan; penso alla Siria, dove le donne sole non possono riconoscere i figli se non hanno accanto un uomo. Per quanto riguarda l’Italia penso al gravissimo caso dei cittadini dell’ex Jugoslavia: quando c’è stata la disgregazione tanti non hanno avuto la possibilità di ottenere la nazionalità dei nuovi Stati. Molti di loro sono di origine rom e sinti, sono nel nostro Paese da lungo tempo e hanno trasmesso la loro apolidia ai figli”.
Ascolta Valeria Carlini sulle storie di alcuni apolidi
La campagna #NonEsisto ha raccolto le storie di alcune di queste persone. Ramadan, nato in Macedonia e abbandonato poco dopo, non è stato registrato all’anagrafe e non ha mai avuto documenti. Ha quattro figli, ma solo la compagna Elena ha potuto riconoscerli. Sandokan è nato in Italia da genitori di origine rom, ma a 18 anni ha perso la possibilità di diventare cittadino del nostro Paese a causa di un documento mancante. Anche lui ha quattro figli, di cui una vive una grave disabilità fisica e mentale, con grandi problemi ad avere le cure mediche necessarie.
“Per queste persone in Italia – dice Valeria Carlini – è già difficile farsi riconoscere lo status di apolidi. Su 15mila stimate, solo 606 ci sono riuscite. Chiediamo una legge che cambi le cose e aumenti i loro diritti”. Il testo è già stato presentato dal senatore Luigi Manconi e dalla Commissione diritti umani del Senato, in collaborazione con il Consiglio italiano per i rifugiati e con l’agenzia Onu in materia, l’Unhcr. La campagna #NonEsisto è sostenuta dalla Open Society Foundations, nata per volontà del miliardario George Soros.
Ascolta Valeria Carlini sulla richiesta di una legge