“Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”
Sono le parole scritte nella motivazione con cui fu conferito il Premio Nobel a Eugenio Montale, 40 anni fa.
Monterosso, la località delle Cinque Terre dove Montale passava l’estate da ragazzo, ha ricordato questo straordinario anniversario con una tre giorni dal titolo “Piacere Montale”, nella quale studiosi e artisti si sono alternati a ricostruire gli aspetti della vita e della carriera del grande poeta, giornalista, traduttore e critico.
“Gente vino e rocce delle Cinque Terre” era il titolo del primo pezzo firmato da Montale per il Nuovo Corriere della Sera, il 27 ottobre 1946, ed è una delle prime testimonianze del legame profondo fra il poeta e le zone di Monterosso.
Il progetto di “Piacere Montale” intende far diventare Monterosso una meta del turismo scolastico nazionale, coinvolgendo anche gli istituti superiori del territorio, protagonisti già nella fase preparatoria dell’evento.
“Piacere Montale” prevedeva anche il convegno “Montale e le Cinque Terre”, con vari ospiti fra cui la Bianca Montale, nipote del poeta. Nel corso del convegno sono state analizzate le interviste e le lettere del poeta, oltre che negli aspetti dialettali delle sue opere.
L’Università di Genova è partner dell’iniziativa e fra i responsabili del Comitato Scientifico c’è uno dei massimi esperti di Montale, il professor Franco Contorbia, con il quale abbiamo analizzato alcuni aspetti della biografia e dell’opera montaliana, a partire da quel Nobel lontano ma tuttora memorabile.
Ascolta l’intervista a Franco Contorbia